Monza, 13 maggio 2014 - «Le sopraelevate sono un fallimento tecnologico, un errore di progettazione che va cancellato. Per questo chiediamo ai Comuni proprietari (Monza e Milano, ndr) di cancellare l’articolo della convenzione di gestione del circuito che prevede il restauro dell’intero catino dell’alta velocità. E poi prevedere l’abbattimento lasciando in piedi soltanto un pezzo come ricordo». Il Comitato per il Parco passa al contrattacco a due mesi dalla scadenza del termine di 5 anni dalla firma della convenzione entro cui la Sias (la società che gestisce l’impianto sportivo) deve provvedere al «completo restauro» a rischio di «una penale pari a 1.000 euro per ogni giorno di ritardo». I 5 anni scadono il 4 luglio prossimo: «Se i lavori non saranno ultimati - mette in guardia il presidente del Comitato, Bianca Montrasio - e se dovesse esserci un mancato pagamento della penale, presenteremo un esposto sia alla Procura di Monza sia alla Corte dei Conti». Non sono disposti a concedere ulteriore tempo: «Ne hanno avuto abbastanza, in Sias non possono svegliarsi all’ultimo e poi trovare una scusa per non rispettare i termini». Anzi, «potrebbero dare un segnale positivo lasciando in piedi una sezione delle Sopraelevate come testimonianza storica - aggiunge l’avvocato Roberto D’Achille a sostegno della linea del Comitato -, mentre la Regione Lombardia potrebbe evitare di voler mettere dei soldi su un manufatto inutilizzato e mai più utilizzabile». Le richieste del Comitato sono rivolte ai due Comuni proprietari, in particolare al sindaco di Monza, Roberto Scanagatti, per «restituire al verde e all’utilizzo pubblico i 60 ettari di Parco oggi occupato dalle Sopraelevate». Per gli ambientalisti «il compenso economico può essere sostituito solo da un compenso ecologico».

Anche se nelle scorse settimane l’amministratore delegato della Sias, Fabrizio Turci, ha assicurato che i lavori di restauro conservativo delle Sopraelevate sono pronti al via prevedendo un impegno di spesa fra i 700 e gli 800mila euro. «Cancellando di comune accordo fra Sias e Comune l’articolo della convenzione non si creerebbe pregiudizio per nessuno». La proposta, il Comitato, l’ha lanciata. Ma nel frattempo potrebbero aprirsi nuovi scenari, in particolare dal prossimo 13 giugno quando al Tar si discuterà la prima udienza di merito nel procedimento in cui le associazioni ambientaliste chiedono che venga annullata la delibera datata 21 dicembre 2007 con cui il Comune di Monza ha dato in concessione l’Autodromo alla Sias (società dell’Automobile club di Milano) per 19 anni. In particolare il Comitato contesta l’affidamento della gestione dell’Autodromo «a trattativa privata senza il necessario svolgimento di una gara internazionale che avrebbe invece premiato proposte di gestione dell’impianto più rispettose del contesto storico-ambientale in cui è inserito» e a un «canone annuale di 800mila euro che appare ridicolo rispetto alla consistenza delle strutture date in concessione e al loro intensivo utilizzo commerciale». A conti fatti, si tratta di un «affitto» a 57 centesimi di euro al metro quadrato che, quindi, avrebbe provocato «un grave danno erariale per i Comuni di Monza e di Milano che sono proprietari dell’impianto».

di Marco Galvani