Da rapper a cantautore pop, Nesli a Sanremo nel segno dell'amore. E "Andrà tutto bene"

L'artista sarà in gara con la canzone "Buona fortuna amore" mentre il 12 uscirà il nuovo album "Andrà tutto bene. E il rap? "Quando il treno del rap è partito io ho deciso di scendere. Andare controtendenza è parte della mia attitudine punk alla vita" di Francesca Nera

"Andrà tutto bene", il nuovo album di Nesli

Milano, 4 febbraio 2015 - A Nesli il talento non manca. E non manca neppure il coraggio. Per un rapper, abituato a vivere in un microcosmo tanto affascinante quanto troppo spesso autoreferenziale e nostalgico, superare quel confine non è cosa semplice. Tanto più se il suo cognome è Tarducci (come quello del fratello Fabri Fibra che in Italia il rap l’ha praticamente inventato). Eppure Nesli quella sorta di filo spinato l’ha scavalcato da un pezzo abbracciando appieno una poetica rara fatta di melodie, ritornelli e scrittura. Tanta scrittura. Così, nelle vesti di autentico cantautore pop, Francesco Tarducci torna con “Andrà tutto bene”, il nuovo album in uscita il 12 febbraio per Universal. Un ritorno in grande stile il suo, tanto che la canzone “Buona fortuna amore” approderà al Festival di Sanremo.

Cominciamo dal titolo dell'album: “Andrà tutto bene”. Un mantra che è anche una rassicurazione. Come mai? “In effetti si tratta di un mantra costante nell’ultimo periodo della mia vita. Una frase che mi è servita per rialzarmi: per fare una serie di scelte e affrontare i cambiamenti. Tutte le tracce del disco sono nate sotto questo cielo”.

Su Youtube il singolo omonimo ha già superato il milione di visualizzazioni. E’ davvero andato tutto bene per il momento… “In realtà, quell’espressione non voleva essere un augurio al disco. Ma non posso negare che fino a qui mi abbia portato davvero bene: sia in termini di numeri che per quanto riguarda la notizia della mia partecipazione al Festival di Sanremo”.

A proposito di Sanremo. Lei è stato definito l’artista più “social” fra quelli in gara (con poco meno di un milione di follower su Facebook). Che rapporto ha con i social network? “Ho un rapporto diretto. Sono io stesso a gestire i miei profili. Mi piace interagire direttamente con i miei fan. Ormai siamo una sorta di grande famiglia allargata. E’ bello sentire la loro presenza ed è bello che loro sappiano che dall’altra parte del monitor ci sono proprio io”.

L'amore è un tema che ricorre in tutto l'album... “Questo perché l’amore è il motore fondamentale per scrivere canzoni. E, più in generale, lo considero il motore di tutto. L’album attraversa le varie fasi di una relazione: l’inizio, il momento in cui si vive appieno un amore ma anche la sua fine. Questo è lo scenario, storie mai banali che non sono solo mie, ma di chiunque”.

E di amore si parla anche in “Buona fortuna amore”, il brano che porterà a Sanremo... “Questa canzone è una lettera. La sua particolarità è quella di elaborare un addio. Di celebrare una separazione e non un anniversario, come di solito accade. Un distacco che è comunque pieno d’amore, quell’amore che resta alla fine. Per me era importante attribuire a quel momento una canzone. Non si tratta di un pezzo triste, al contrario è intriso di passione e carnalità”.

Nesli

Che ruolo ha questo sentimento nella sua vita? “Importantissimo. L’amore smuove tutto. E prima o poi tocca a chiunque. Il confronto con questo sentimento arriva per tutti”.

Per tornare a Sanremo… Nella serata di giovedì ha scelto di interpretare la canzone “Mare Mare” di Luca Carboni. Perchè? “Come me Carboni rientra in quella categoria di ‘cantautori storti’ il cui obiettivo non è quello di dimostrare continuamente esercizi di stile ma di trasmettere sensazioni e sentimenti. E’ un artista nel quale mi riconosco. Non avendo mai fatto cover nella mia carriera la scelta doveva ricadere per forza su qualcosa in grado di calzarmi a pennello e questa canzone trovo che sia perfettamente nelle mie corde”.

Facciamo un passo indietro. Il suo approccio alla musica è avvenuto grazie al rap e, in un periodo in cui la scena è super affollata, lei ha operato una scelta controtendenza abbracciando il cantautorato pop. Come mai? “L’andare sempre controtendenza è parte della mia attitudine punk alla vita. Nel momento in cui il treno del rap è partito io ho deciso di scendere. Dopotutto il cambiamento frenetico è ciò che da sempre mi contraddistingue.  Nel rap dovevo sempre costringermi e ridimensionare musica ed energie. Cambiare era diventato un’esigenza. Obbligatorio. Certo, facevo canzoni rap ma volevo che questo processo avvenisse con consapevolezza. Ora, nel nuovo album, non traspare alcuna matrice rap. Ma riuscire ad abbattere i pregiudizi non è mai semplice”.

Tra l'altro lei ha cominciato proprio con il rapper per antonomasia: suo fratello Fabri Fibra. In che rapporti siete? “Oggi le nostre due carriere artistiche sono agli antipodi. L’unica associazione che è rimasta tra noi due è il grado di parentela che ci lega. Per questo motivo paragonarci non ha alcun senso”.

Che musica c’è nella sua playlist? “In questo senso sono un onnivoro. Ascolto tantissima musica e di vario genere. Così tanta da creare autismo, specie in vista dell’album. Dagli Aerosmith a Bob Dylan, passando per la musica british del giovanissimo Jake Bugg, fino alle sonorità ambient e indie di artisti sconosciuti o di cui comunque ignoro il nome. Questo perché non amo legarmi né ad una persona né ad un personaggio. Amo solo la musica”.

Dal 16 febbraio partirà con un lunghissimo instore tour che il 18 toccherà anche Milano… “Per me è molto importante incontrare i ragazzi che mi supportano. Ormai siamo una bellissima famiglia allargata e fra di noi si sono instaurati autentici rapporti che durano nel tempo. Da maggio avrà inizio anche la tourneè dove per la prima volta salirà sul palco accompagnato da una band live”.

Che rapporto ha con Milano? “Vivo a Milano dal 2006 ma a dire la verità potrei abitare ovunque. In base a dove mi trovo cerco di ricreare attorno a me il microcosmo adatto. Provenendo da una città di provincia come Senigallia dove non c’è grande campanilismo mi definisco più cittadino del mondo”.

francesca.nera@ilgiorno.net