dall’inviato Gabriele Moroni
Rognano (Pavia), 29 aprile 2012 - A Biancaneve e ai suoi minuscoli amici non dispiacerebbe abitarvi. Otto presenze che rafforzerebbero il record di Rognano, il paese con il maggior incremento demografico d’Italia: +220,1%. Destino curioso per un piccolo borgo, immerso nelle campagne del Pavese ma con l’asse gravitazionale in direzione di Milano, che fino a pochi anni fa pareva avviato all’estinzione. Invece la popolazione è passata dai 194 abitanti del censimento del 2001 ai 621 censiti nel 2011. Oggi sono 625 perché le cicogne non smettono di svolazzare, chiamate dalle coppie che hanno scelto di vivere a Rognano attirate da case a buon prezzo e quiete bucolica. Ecco un altro record: il comune più giovane d’Italia. Anche se a parte le case e tre ristoranti non c’è nulla. Nessun negozio, nessun bar. Un portalettere senza ufficio postale. Per le materne e le elementari i bambini vanno a scuola a Vellezzo Bellini, per le medie lo scuolabus del comune li scodella a Marcignago.
«Siamo tornati - dice Davide Pinaschi, 43 anni, in consiglio comunale da quando ne aveva venti, geometra in una impresa edile, sindaco alla guida di una lista che ha sfiorato il 70 per cento dei consensi - ai livelli demografici degli anni ’50 e ’60 quando l’agricoltura prosperava e richiamava mungitori e manodopera. Nelle stalle c’erano tante mucche. Oltre al latte il riso, con le mondine che arrivavano dal Veneto e dall’Emilia. I miei bisnonni avevano un’osteria e di fronte veniva impiantata la balera. All’epoca il ballo era considerato lascivo, tanto che il parroco deviò la processione del patrono San Giacomo, l’ultima domenica di luglio, per non farla passare davanti. Finì per litigare con mio nonno. Con la meccanizzazione dell’agricoltura il paese si spopolò. Cascine, abitazioni, stalle si ritrovarono deserte e abbandonate».
Un patrimonio prezioso, da recuperare. Il primo intervento a Villarasca, la frazione dove il «cumenda» Angelo Rizzoli acquistò a suo tempo una tenuta e dove ancora oggi vive una famiglia di rarissimi ibis. Dai lavori in un antico casale lombardo distribuito su tre cortili scaturiscono sessanta nuclei abitativi. A Rognano city la giunta del sindaco Silvio Penati recupera le vecchie case coloniche e costruisce il nuovo sotto forma di villette. «Non abbiamo fatto - dice Pinaschi - nessuna promozione del paese. È venuta da sé. Siamo a diciotto chilometri da Milano, a dodici da Pavia. Le nuove famiglie sono venute a stabilirsi soprattutto dall’hinterland milanese. E con loro sono arrivati i bambini».
L’età media è di 33 anni, i bambini sotto i dieci anni, al 1° gennaio 2011, erano 103, quelli sotto i 5 (causa sempre l’alacrità delle cicogne) oggi sono una sessantina, il 17% dei residenti. Gran daffare anche per don Antonio, il parroco, che lo scorso anno ha amministrato almeno quaranta prime comuninioni. Gli ottantenni sono tre, ventiquattro i residenti che hanno superato i 65 anni. Bambini in bicicletta. Bambini sugli schettini. Massimo Caminneci si divide fra la sua impresa idraulica, una sorridente compagna, Riccardo, cinque anni, Davide, diciotto mesi. «Mi sono trasferito a Rognano un anno e mezzo fa. Mi hanno attirato il rapporto qualità prezzo per l’immobile la tranquillità del posto. Stare qui è come essere sempre in vacanza». Sarà una impressione ma a Rognano si respira aria pulita.
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