Pavia, 23 ottobre 2012 - Dal primo ottobre a oggi il Centro antiveleni di Pavia, Centro nazionale di informazione tossicologica dell’Irccs Fondazione Maugeri, ha fornito consulenze per circa 500 pazienti intossicati per aver consumato funghi non commestibili. Tra questi - si legge in una nota della Fondazione - sono stati gestiti anche casi molto gravi che hanno portato al decesso dei pazienti o a trapianto di fegato.

Gli esperti del Cav pavese ricordano che è necessario astenersi dal consumo di funghi raccolti se non si e’ assolutamente certi della loro commestibilita’. A questo proposito, presso ogni Asl e’ attivo il servizio di Ispettorato micologico dove e’ possibile sottoporre i funghi raccolti al riconoscimento da parte di esperti micologi in modo assolutamente gratuito.

All’esame di commestibilita’ deve essere sottoposto l’intero quantitativo raccolto e non solo un campione. Si consiglia inoltre di non consumare funghi in quantita’ abbondanti e in pasti ravvicinati, oppure crudi o non adeguatamente cotti. Inoltre, devono astenersi dal consumo i bambini piccoli e le donne in stato di gravidanza o allattamento.

Se dopo il consumo di funghi compaiono sintomi come nausea, vomito e diarrea, e’ fondamentale recarsi immediatamente presso il piu’ vicino pronto soccorso portando con se’ eventuali avanzi di funghi, anche cucinati. Tentare di contrastare a casa i sintomi con farmaci antidiarroici o antiemetici e’ controindicato e puo’ ritardare l’inizio delle terapie corrette.