Pavia, 30 luglio 2013 - Neanche le vacanze rappresentano un deterrente per i giocatori patologici. Ovunque c’è un collegamento internet e ovunque si può giocare on line. Chiusi nella propria camera d’albergo lo fanno in tanti. Giovani under 26 soprattutto. Qualcuno ha 18 anni, altri 24, molte sono donne e professioniste affermate che colmano con una tastiera le loro vulnerabilità. «Tanti continuano a scrivere e a contattarci anche dalle ferie — ha detto Simone Feder della Casa del giovane — perché si sono persi in una stanza. L’altra sera Giulio con i suoi 19 anni mi ha chiesto disperatamente di essere aiutato a staccarsi dalla dipendenza dall’azzardo da cui non riesce a scappare trovandolo ovunque online.

E alcuni giocano anche all’insaputa dei genitori. Abbiamo avuto due casi nel Pavese, che si sono perduti in un attimo aggrappandosi ai giochi per stare bene». Il fenomeno è stato oggetto di una ricerca che presto sarà resa pubblica, anche se è sempre in evoluzione. Dall’inizio dell’anno, infatti, sono stati oltre 4 mila i siti oscurati, ma altrettanti si sono aperti. Con home page accattivanti, bonus che arrivano in continuazione via e-mail e un’alta possibilità di vincere, sono riusciti ad attirare l’attenzione di tante persone. «Presto anche Facebook aumenterà i giochi a disposizione — ha aggiunto Feder — poi ci saranno altri social network, potremo far leva solo sul livello culturale. Fortunatamente ci sono alcune insegnanti che realizzano senza alcun costo progetti lodevoli a partire dalle scuole elementari».<MC1>

Gli efeftti questi lavori si vedranno negli anni a venire, intanto però bisogna preoccuparsi di chi chi oggi dipende dall’azzardo. «Da anni senza nessun sovvenzionamento — ha aggiunto lo psicologo — stiamo cercando di capire quale risposta dare a questa piaga sociale chiedendoci quale sia il giusto intervento, chi è in grado di fornire loro un aiuto reale che non possiamo identificare con una semplice e generica cura. Quando li incontriamo e raccogliamo il loro dolore ci chiedono prima di tutto un aiuto nella gestione dei soldi, un consiglio su come agire per fermare quel loro familiare che sta dilapidando tutto il patrimonio, un’assistenza legale». Nel nostro territorio ci sono una madre e una figlia, titolari di un bar che ha accolto le slot entrambe rovinate dal gioco. Perché se una “macchinetta” consente di “guadagnare” 350 euro a settimana, sono molti di più gli euro che anche i gestori rischiano di perdere. Anche di questi temi all’inizio di settembre Simone Feder andrà a parlare al Papa con altri pavesi. «Gli abbiamo scritto — ha ammesso — e lui ha accettato d’incontrarci».

di Manuela Marziani