Pavia, 22 marzo 2014 - Conflitti d’interesse, gare d’appalto pilotate e favori. La bufera che ha travolto “Infrastrutture lombarde” (Ilspa) raccoglie e rimescola elementi tipici delle inchieste sul malaffare con i soldi pubblici. Ciò che stupisce per la sua gravità, però, sono le modalità con le quali i protagonisti avrebbero gestito una “amministrazione a sfondo domestico” degli appalti. E fra le consulenze legali finite al centro delle indagini condotte dai pm Alfredo Robledo, Paola Pirotta e Antonio D’Alessio, ci sono quelle relative alla Tangenziale esterna di Milano (Tem) e alla costruzione dell’autostrada Broni-Pavia-Mortara. Un gruppo di avvocati che lavorava come consulenti per “Infrastrutture lombarde” e “Cal” (Concessioni autostradali lombarde) risultava essere anche vincitore delle gare per assistere legalmente le stesse società in vari procedimenti e, spesso, lavoravano anche per le ditte che - guarda caso - si aggiudicavano appalti per la costruzione di opere pubbliche. Appalti che, secondo la Procura, venivano pilotati ancor prima che si svolgessero ed erano regolarmente seguiti da rinnovi contrattuali illeciti.

Spesso, i contratti sarebbero stati retrodatati, così da “gonfiare” i prezzi delle prestazioni e garantire indebiti profitti agli imprenditori privati. È ciò che la magistratura crede sia successo anche per «l’assistenza legale stragiudiziale per l’affidamento e l’esecuzione degli interventi di realizzazione in concessione di costruzione e gestione della Tangenziale Est Esterna di Milano (Teem)». Un contratto da 171mila euro stipulato con lo “Studio Magrì & associati” che in calce riporta la data del 19 dicembre 2008 ma che in realtà sarebbe stato firmato 5 mesi dopo. Lo stesso contratto era stato poi rinnovato nel 2010 e nel 2012, senza che mai nessun altro concorrente fosse invitato alla gara.

La stessa cosa sarebbe successa con l’assistenza legale di “Infrastrutture lombarde” davanti al tribunale amministrativo, il Tar Lombardia, nell’ambito del ricorso presentato dall’azienda “Consorzio Sis” per l’esclusione dalla gara d’appalto per la costruzione della direttrice Broni-Pavia-Mortara. Anche in questo caso, il contratto fra lo studio legale e l’azienda controllata di Regione Lombardia guidata da Antonio Rognoni (arrestato) sarebbe stato stipulato in modo irregolare, poi rinnovato e retrodatato per gonfiare i costi dell’operazione da 67mila a 78.546,50 euro. Tutti soldi pubblici. Secondo il giudice per le indagini preliminari, Andrea Ghinetti, che ha firmato l’ordinanza, «le assegnazioni dei servizi erano precedute da intense trattative clandestine fra gli indagati» e quando nell’aprile 2012 viene emanata una determina per formalizzare il rinnovo del contratto, l’ultimo passo del documento sembra palesare tali dinamiche: «Non dare notizia dell’affidamento in oggetto mediante pubblicazione sul sito Internet di “Ilspa”, in quanto il contratto può essere affidato unicamente allo studio legale (Magrì & associati, ndr)».

di Matteo Miglietta