STEFANO ZANETTE
Cronaca

Garlasco e l’ora della svolta: dallo scatolone con 35 impronte ai vecchi fantasmi di Sempio

Gli esperti incaricati dal gip hanno ritirato le buste contenenti il materiale della scena del crimine. Verranno aperte il 17 giugno quando partiranno gli esami dell’incidente probatorio chiesto dalla Procura

I periti incaricati dal Gip sono Denise Albani e Domenico Marchigiani

I periti incaricati dal Gip sono Denise Albani e Domenico Marchigiani

PAVIA – “C’è stato il passaggio di consegne per la custodia dei reperti, è andato tutto nel modo più corretto che si potesse immaginare. Aspettiamo che inizi l’incidente probatorio”. Gian Luigi Tizzoni, avvocato che assiste fin dal 2007 la famiglia Poggi, lo ha detto verso le 18.30 di ieri, all’uscita dall’Istituto di medicina legale dell’Università di Pavia. Più lunga del previsto l’attesa dei cronisti per il secondo appuntamento di giornata, dopo quello mattutino a Milano, per il ritiro dei reperti che andranno appunto analizzati dai periti incaricati dal Gip Daniela Garlaschelli, la genetista Denise Albani e il dattiloscopista Domenico Marchigiani, nell’incidente probatorio di martedì chiesto dalla Procura di Pavia nell’ambito del procedimento nei confronti di Andrea Sempio, per l’omicidio di Chiara Poggi del 13 agosto 2007 a Garlasco.

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Puntualmente poco prima delle 10, i periti e alcuni consulenti delle parti erano entrati nella caserma di via Moscova a Milano. Dopo un’ora circa sono usciti con la scatola che contiene le 35 para-adesive delle impronte repertate sulla scena del crimine 18 anni fa. A Pavia era invece conservata la maggior parte dei reperti da analizzare geneticamente, tra cui le confezioni con i resti dell’ultima colazione di Chiara, dal vasetto di Fruttolo al brick del tè freddo, una porzione del tappetino del bagno su cui erano state trovate le impronte delle scarpe insaguinate ritenute dell’assassino, ma anche le diverse provette con i campioni biologici prelevati all’epoca, sia nell’autopsia della vittima che sulla scena del crimine. Alcuni mai analizzati geneticamente, perché non ritenuti d’interesse, altri che avevano dato esiti nulli o incerti, che ora saranno rivalutati, a partire dal 17 giugno, grazie all’aumentata sensibilità analitica.

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I periti incaricati dal Gip sono Denise Albani e Domenico Marchigiani

All’uscita, mentre l’avvocato Tizzoni parlava davanti alle telecamere, affiancato dal consulente della stessa famiglia Poggi, Marzio Capra, e alla presenza del generale Luciano Garofano, consulente per la difesa dell’indagato Sempio, uno dei periti è uscito dalla porta principale ed è salito sull’auto che era stata parcheggiata poco dopo le 15.

All’ingresso erano stati scaricati dal bagagliaio alcuni contenitori vuoti, tra cui uno termico, per la conservazione dei reperti che evidentemente vanno trasportati mantenendo temperature controllate, considerati i quasi 34 gradi registrati giovedì pomeriggio a Pavia. Ma all’uscita non si sono visti né scatoloni né contenitori termici, probabilmente ritirati da un ingresso secondario, lontano dalle telecamere. L’avvocato Tizzoni e i consulenti di alcune delle parti coinvolte hanno assistito alle consegne anche per assicurarsi che venissero seguite le procedure corrette per la catena di custodia.

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“Nell’incidente probatorio – afferma ancora Tizzoni – avremo un perito terzo, che farà le sue valutazioni, e finalmente, dopo mesi di teoremi, teorie, sogni e altre cose, entreremo nel vivo e vedremo cosa c’è di concreto. E i risultati dovranno essere verificati insieme a quanto già valutato nella sentenza passata in giudicato”. Quella che ha condannato Alberto Stasi a 16 anni. “Parlare oggi di importanza dei reperti – ha detto il generale Garofano – è inutile. Facciamo le analisi e vediamo se aggiungeranno elementi importanti o invece se sarà confermato quanto già emerso da una sentenza definitiva”.

La mattina del 13 agosto 2007 a Garlasco viene trovata morta una ragazza di 26 anni: Chiara Poggi. Il corpo senza vita è riverso sulle scale che portano in taverna, nella sua abitazione in via Pascoli. Era sola in casa, perché la famiglia (padre, madre e fratello) stava trascorrendo alcuni giorni di vacanza in montagna, in Trentino. A fare la terribile scoperta è il fidanzato Alberto Stasi, che si era recato da lei perché non rispondeva al telefono: il giovane chiama i soccorsi e si reca in caserma dai carabinieri. Entro pochi giorni diventa il primo indiziato per il delitto della 26enne: verrà poi condannato a 16 anni con l'accusa di omicidio volontario (da aprile 2025 è in regime di semilibertà).

Oggi che c'è un altro indagato: Andrea Sempio, grande amico di Marco, fratello della vittima. Il 37enne è rientrato nelle indagini a marzo 2025, dopo che era stato scagionato nel 2017. Ma nella nuova inchiesta spuntano tanti nomi: dalle gemelle Stefania e Paola Cappa, cugine di Chiara, a Roberto Freddi e Mattia Capra, amici di Sempio e Marco Poggi.