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L’allenamento finisce in tragedia: investita in bici dal camion del latte

Pavia, Monica Campaci, 46 anni, non ha avuto scampo. L’identità un giallo durato ore

Monica Campaci, 46 anni di Belgioioso, morta dopo l'incidente

Inverno e Monteleone (Pavia), 12 giugno 2017 - Si era svegliata presto, ieri mattina, per andare ad allenarsi con la sua mountain-bike sulle strade del Pavese, approfittando della temperatura ancora fresca. Monica Campaci, 46enne di Belgioioso, è stata travolta da un camion con rimorchio a doppia cisterna per il trasporto del latte. È successo ieri mattina, poco prima delle 9, sulla ex-Statale 412 «della Val Tidone», nel territorio di Inverno e Monteleone. La ciclista pare arrivasse dalla provinciale proveniente da Gerenzago e proprio poco dopo l’immissione sulla sempre trafficata ex-Statale è avvenuto l’impatto. Schiacciata dalle ruote del rimorchio del mezzo pesante. Il 39enne alla guida del camion del latte si è bloccato all’istante, si è attaccato al telefono per chiamare i soccorsi, purtroppo inutili. Il 118 ha spedito lungo la strada l’equipaggio con il medico rianimatore, che non ha potuto fare molto. La donna era morta sul colpo. Pochi istanti dopo è intervenuta la Polstrada di Pavia per i rilievi.

La dinamica è ancora in fase d’accertamento: sono stati posti sotto sequestro sia il camion che la bicicletta della vittima. La donna non è stata peraltro identificata subito, perché priva di documenti: come tutti i ciclisti quando sono in strada ad allenarsi non aveva portato con sé nulla di ingombrante. I poliziotti della Stradale sono però risaliti alla sua identità grazie ad alcuni effetti personali, riconosciuti poi dalla madre, che è stata convocata in Questura, in attesa di rintracciare il marito della vittima per la tragica notizia. Proprio negli uffici della polizia la donna, appreso della morte della figlia, ha accusato un leggero malore. Le procedure per il riconoscimento ufficiale, impossibile per condizioni del corpo straziato nel devastante incidente, sono ancora in corso e non è escluso che il magistrato di turno, sul cui tavolo è approdato il fascicolo, possa disporre oggi ulteriori accertamenti. Sarebbero però solo questioni formali, che purtroppo non tolgono certezze ai famigliari della vittima dell’ennesima tragedia sulle strade del Pavese. A una volta una vita spezzata dopo essere stata travolta mentre era in sella a una bicicletta. Molti infatti i precedenti, anche recenti, di cicloamatori investiti e uccisi, sia sulle strade collinari dell’Oltrepò che su quelle pianeggianti della Bassa, mete di escursioni e allenamenti da parte di appassionati sia della zona che provenienti anche da fuori provincia.

La 46enne di Belgioioso inforcava spesso la sua bici da corsa per allenarsi nei dintorni. Era iscritta anche a una squadra-scuola di mountain bike che ha sede a Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza. Il ciclismo per lei era diventato una vera e propria passione, come testimonia anche il valore della sua bella bicicletta e di tutta l’attrezzatura in uso, tra cui anche una microcamera per filmare il suo allenamento. L’ultimo della sua ancora giovane vita, stroncata troppo presto sull’asfalto della Val Tidone, a solo una manciata di chilometri da casa.