Giussago (Pavia), 26 luglio 2017 - «L’ho strangolata nel sonno». Marco Fiorentino, 23 anni, è in stato di fermo nel carcere di Pavia, reo confesso dell’omicidio della madre Rosina Papparella, 50 anni, e dell’occultamento del cadavere, trovato nel pomeriggio di lunedì nel silos della cascina abbandonata a fianco della casa della famiglia a Villanova de’ Beretti, frazione di Giussago. Un delitto commesso nella notte fra il 3 e il 4 luglio, data del compleanno del giovane. Una tragedia famigliare ricostruita dalle indagini dei carabinieri di Pavia, coordinate dal procuratore aggiunto Mario Venditti, concluse con lo stato di fermo disposto nella nottata tra lunedì e ieri. Una vicenda che è infatti emersa solo a 20 giorni dalla scomparsa della donna, inizialmente considerata dalla stessa famiglia un allontanamento volontario.
Un paio di giorni dopo la scomparsa, il marito era andato alla Stazione dei carabinieri di Certosa, senza però denunciare formalmente la scomparsa. Pare che abbia ammesso che la situazione famigliare si era deteriorata negli ultimi tempi, che erano di fatto separati in casa e che la moglie poteva essersene andata volontariamente. Ad avvalorare questa ipotesi, l’ammanco dalla casa di qualche migliaio di euro in contanti, oltre ai documenti d’identità e altri oggetti personali della donna, che aveva solo lasciato a casa il telefono cellulare, compatibile però con l’intenzione di non essere rintracciata. Passata circa una settimana, il 12 luglio il marito torna dai carabinieri e sporge formale denuncia, segnalando però sempre l’ipotesi dell’allontanamento volontario, senza dunque far scattare il piano di ricerche ma solo attività di rintraccio nelle ipotetiche destinazioni della persona scomparsa. La sera di sabato scorso, 22 luglio, per una banale lite in casa, il figlio ferisce il padre, disabile, con un paio di forbici. Sul posto arrivano soccorsi sanitari e carabinieri: Giuseppe Fiorentino, 55 anni, riporta solo lievi conseguenze (medicato e dimesso con 7 giorni di prognosi) e non sporge denuncia contro il figlio, che però si sottopone a un ricovero volontario in Psichiatria, al San Paolo di Milano. Domenica viene trasferito al San Matteo di Pavia e viene riportato a casa il suo zainetto, nel quale i famigliari trovano occhiali da vista e documenti della donna scomparsa. Avvisati i carabinieri, domenica il 23enne viene sentito in ospedale ma non fornisce nessuna informazione. Le indagini sulla scomparsa subiscono però un cambiamento di rotta e lunedì pomeriggio, dopo poche ore di ricerche, i vigili del fuoco trovano il corpo della donna. A quel punto i carabinieri tornano in ospedale dal ragazzo, che crolla e confessa, confermando poi ogni dettaglio (anche dell’occultamento del cadavere) nell’interrogatorio alla presenza del magistrato e di un avvocato nominato d’ufficio. Riferisce di aver sentito delle voci che gli dicevano di uccidere la madre e poi anche il padre. Problemi probabilmente sorti negli anni trascorsi all’estero per lavoro.