STEFANO ZANETTE
Cronaca

Da Pavia a Kiev in bicicletta: impresa riuscita "a sua insaputa"

Il cicloviaggiatore Diago Vallati: "Non mi ero accorto dell’ingresso in città"

Diego Vallati, 69 anni, alla barriera di Chernobyl

Pavia, 20 giugno 2016 - Sabato era arrivato alla barriera di Chernobyl, ieri ha portato a termine il suo viaggio raggiungendo Kiev. Diego Vallati, cicloviaggiatore 69enne, era partito da Pavia il 25 maggio, salutato in piazza del Municipio, oltre che dal sindaco Massimo Depaoli, dai numerosi amici del Circolo culturale russo di Pavia, dei comitati per Chernobyl di Pavia e Provincia e dell’organizzazione umanitaria Soleterre - Strategie di pace, da anni attiva a sostegno dei bambini onco-malati con un programma attivo in trenta Paesi tra i quali l’Ucraina, colpita trent’anni fa dal più grande incidente nucleare della storia. A quattro anni dal record di essere stato il primo a percorrere interamente con la sua bici, sempre in solitaria, l’Iron Curtain Trail (il tracciato europeo lungo l’ex cortina di ferro) nel 2012, dopo essere già arrivato per ben due volte a Capo Nord (attraverso due itinerari diversi), e aver percorso interamente, due anni fa, il Cammino di San Martino (da Szombathely in Ungheria a Tours in Francia, passando ovviamente da Pavia e San Martino Siccomario), Diego Vallati, pavese doc, ha fatto il viaggio Pavia-Chernobyl-Kiev proprio nell’anno del trentennale dell’incidente nucleare. E arrivando alla barriera della zona ancora vietata per la pericolosità delle radiazioni, ha appositamente indossato la maglietta dei comitati di Pavia per Chernobyl.

E oltre a consegnare il gagliardetto del Comune di Pavia al sindaco di Invankiv (centro che amministra il territorio della regione spopolata dopo l’incidente nucleare), ha portato proprio sui luoghi della tragedia di trent’anni anni fa il messaggio per Chernobyl dei sei comitati di Pavia e provincia che ospitano i bambini di quelle zone per i soggiorni terapeutici: "Abbiamo nel cuore – recita il messaggio firmato dai sei comitati – queste popolazioni così provate nel tempo e lavoriamo con il forte desiderio di ridare loro un futuro di rinascita". Dopo la 25esima tappa del suo viaggio che lo ha portato sabato alla barriera di Chernobyl, ieri Diego Vallati è appunto arrivato a Kiev. "A mia insaputa – ha scritto con autoironia ieri poco prima delle 13 – perché non ho visto il cartello di ingresso, o forse non c’era". A Kiev lo attende ora la visita ufficiale all’ospedale, dove porterà dei disegni realizzati dai bambini dell’Oncoematologia pediatrica del San Matteo. Quindi rientrerà a Pavia (non più in bicicletta) e potrà raccontare questa sua esperienza umanitaria.