Vigevano, 3 dicembre 2015 - Strategia e pianificazione per dotare il territorio di una nuova governace che sappia andare incontro a quelle che sono le effettive esigenze del territorio ma che sappia anche sfruttarne le grandi potenzialità. E’ la sostanza del lungo intervento di Alberto Cazzani, imprenditore vigevanese e presidente di Confindustria Pavia, alla presentazione, ieri pomeriggio, dello studio che l’associazione ha commissionato a tre importanti atenei per valutare la possibilità che Vigevano possa lasciare la provincia di Pavia per aderire alla città metropolitana di Milano, così come del resto ha deliberato il consiglio comunale oltre un anno fa. «E’ stato inevitabile che una associazione come Confidustria – ha detto Cazzani – abbia voluto dare il proprio contributo a quello che è un passaggio epocale e del quale Vigevano si pone come modello». Lo studio pone l’accento su alcuni punti. «Intanto dice che Vigevano è un importante polo attrattivo – continua Cazzani – ma anche che non ci si possono attendere grandi vantaggi concreti, almeno nel breve periodo, da questo cambiamento». Dallo studio emergono le luci ma anche le ombre di un possibile cambiamento. «E’ necessario garantire un’adeguata rappresentatività alle proprie specificità – ha aggiunto Andrea Zatti dell’Università degli Studi di Pavia –; fare attenzione ai costi di transazione per il riassetto territoriale. Inoltre occorre un’azione di tessitura di rapporti, strategie e visioni alla ricerca di un’area omogenea condivisa e forte». Secondo Enzo Balboni dell’Università Cattolica di Milano: «E’ opportuno valutare la possibilità di non entrare nella città metropolitana a qualunque costo ma di negoziare un eventuale ingresso di Vigevano, acquisendo così un ruolo all’altezza delle possibilità e delle ambizioni».
Vittorio Ferri dell’Università degli studi Milano-Bicocca ha ritenuto che «Il finanziamento attuale delle città metropolitane sia inadeguato, con debole capacità impositiva e privo di margini di manovra. Ecco perché si dovranno pensare soluzioni diverse. Una centralista, con finanziamento dello Stato delle funzioni fondamentali e una autonomista da realizzare con il concorso di Regioni e Comuni». Il presidente di Confindustria, invece, ha fatto riferimento al fatto che l’amministrazione comunale ha sbagliato nel metodo, solleticando quella ‘anti-pavesità’ storica dei vigevanesi. «Il consiglio comunale – ha proseguito Cazzani – ha deciso senza una analisi seria e senza avviare un confronto con le categorie produttive. E anche il no della Provincia non è stato supportato da una analisi adeguata». Quindi, secondo Cazzani «Vigevano non può scegliere da sola senza preoccuparsi del suo territorio. Lo studio che abbiamo presentato evidenzia chiaramente la debolzza dei rapporti tra Vigevano e Pavia ma questo non basta per non pensare ad un percorso che prevede prima il progetto, poi la governance. Produttività, infrastrutture, trasporti, collegamenti, sono tutti temi di primo piano».
umberto.zanichelli@ilgiorno.net