Bollate, 13 marzo 2011 - Bisognerà rimetterci mano, entrare nel dettaglio per risolvere le criticità, completare i calcoli computo metrici. Il progetto di interramento della Sp 46 Rho-Monza proposto da UnaCoop potrebbe rappresentare un’alternativa attuale e sostenibile alla realizzazione dell’opera.

Un progetto che, almeno sulla carta, tiene conto dell’inquinamento alle stelle, dei costi e della necessità di «ricucire» il territorio. «Certo i miglioramenti da apportare ci sono, aspettiamo di sederci intorno a un tavolo con i tecnici per lavorare alle soluzioni. La nostra è una battaglia civile», sostengono il presidente di UnaCoop Antonio Serravillo e l’architetto Aina Pacifico.

Quali sono i punti qualificanti del progetto?
«Il mix di interramento e trincea, una soluzione coerente innanzitutto con i principi della sostenibilità ambientale, sociale ed economica, capace di raggiungere l’obiettivo importante della “ricucitura territoriale”. Si pensi ad esempio alla possibilità per i Comuni, oggi divisi dall’attuale tracciato che si sviluppa prevalentemente in rilevato lungo i loro confini, di coordinare e definire meglio le loro politiche urbanistiche per consentire una migliore vivibilità in quelle aree di frangia a rischio emarginazione. Si pensi al collegamento effettivo dei parchi delle Groane, della Balossa e del Parco Nord, nonché alla realizzazione del corridoio ecologico. Si pensi ancora alla riduzione del rumore di almeno 10db, che è un valore elevato, per il miglioramento del comfort acustico».

Cosa, o chi, vi ha spinto a presentarlo?
«Quando la Provincia di Milano presentò il suo progetto ai Comuni, abbiamo verificato che la soluzione adottata aveva caratteristiche autostradali (del resto non poteva essere che così, trattandosi dell’anello di completamento della tangenziale Est) e che si sviluppava in rilevato ad altezza variabile con lo scavalcamento della Ferrovia Nord e del territorio di Paderno Dugnano con galleria fonica e un ponte di collegamento per la diramazione Milano-Meda e Milano-Venezia. Nessuna valutazione da parte della Provincia sull’impatto visivo/ambientale, urbanistico e del rumore, salvo qualche intervento di mitigazione ai lati della nuova strada. Ogni qualvolta, inoltre, gli amministratori comunali facevano la proposta di interramento/trincea, la risposta era che costava il doppio, senza presentare alcun computo metrico che ne suffragasse l’affermazione».

I benefici?
«Oltre a quelli già indicati vi è innanzitutto la semplificazione della viabilità locale. Inoltre si può utilizzare parte del materiale di scavo per il riempimento delle cave esistenti nei diversi comuni (cava Bossi e Ronchi, per fare degli esempi) e per la realizzazione di parchi e giardini. Si potrebbe pensare anche al riuso dei terreni sovrastanti».

Tempi e preventivi rispettati?
«I tempi non ci preoccupano, inoltre la viabilità durante i cantieri verrebbe rispettata. Il lavoro è stato ultimato nel settembre 2010 e il computo metrico confermava i costi preventivati attorno ai 32mila euro metro lineare. È dunque economicamente sostenibile perché riteniamo possa rientrare nei 288 milioni di euro al netto del ribasso d’asta, previsti dalla Provincia di Milano. I costi sarebbero ampiamente adeguati ai vantaggi ambientali complessivi anche quando fossero superiori di un 10/15 per cento». Il computo metrico ha riguardato la realizzazione di manufatti interrati e/o in trincea, delle strade complanari e dei relativi raccordi».

Tutto compreso?
«Aggiungendo anche i costi per gli impianti elettrici e idraulici e per la sistemazione a verde il costo complessivo dell’opera rientra a nostro parere in quello previsto dalla Provincia di Milano. È stato utilizzato il prezziario Anas del 2005. Il tracciato si sviluppa per buona parte in aperta campagna, salvo l’attraversamento in Baranzate e Paderno Dugnano. Andrà sicuramente approfondito il tema degli svincoli di Paderno Dugnano anche se crediamo si possano trovare le situazioni adeguate a un costo ragionevole».