Rho, 12 aprile 2011 - «Come faccio per lavorare?». «Ma c’è l’hai un capo?». Siamo alla fermata della metropolitana di Rho-Fiera. Poco distante c’è l’ingresso del cargo merci cinque e una fila di furgoni, camioncini e Suv carichi di lavoratori. Dentro design e architettura. Fuori decine di clandestini che aspettano di essere reclutati per 7-8 euro all’ora, senza diritti, senza assicurazione. A pochi giorni dall’apertura della 50esima edizione del Salone Internazionale del Mobile un giornalista e alcuni giovani del centro sociale Sos Fornace hanno realizzato un «fuorisalone» che farà discutere. Si sono infiltrati tra i clandestini che cercano lavoro in attesa di essere reclutati da caporali e hanno realizzato un filmato di cinque minuti.


Sono le 7 del mattino di mercoledì 6 aprile. Nel piazzale ci sono decine di stranieri, magrebini, bulgari, moldavi, ucraini e sudamericani, con lo zaino in spalla, si guardano in giro, aspettano il loro turno. Con loro parlano il giornalista de «Linkiesta», Michele Sasso e alcuni giovani del centro sociale. A loro chiedono le «regole» non scritte del caporalato: 5 euro all’ora fino a 12 ore al giorno, spesso pagati dopo settimane di lavoro, «ma adesso alla fiera del mobile ti pagano anche 7 euro all’ora», spiega uno straniero. Qualcuno consiglia agli «infiltrati» di trovarsi un capo, altri dubitano di fronte ad un italiano che chiede di lavorare in nero. All’ennesimo furgone il giornalista riesce a farsi reclutare. I caporali sono italiani hanno bisogno di uomini per 7 euro all’ora che potrebbero scendere a 5 o salire a 10, dipende dalla bravura dell’operaio.
 

Entrare in fiera, passare dal cargo cinque, anche senza pass, è uno scherzo, nessuno controlla, nessuno chiede i documenti. Sono girate sotto la vela di Fuksas le ultime immagini del filmato: operai senza caschetto, senza protezione, che lavorano a diversi metri di altezza. Nonostante i controlli dei carabinieri e del commissariato di Rho-Pero il caporalato è riuscito ad infiltrare i suoi uomini, anche questa volta. «È clamoroso quello che abbiamo documentato - spiega Andrea Savi, del centro sociale - all’ombra dei nuovi palazzi rivestiti di lastre dorate si svolge quotidianamente il mercato delle braccia. Quello della Fiera è un sistema fatto di appalto e subappalti, ad ogni anello della catena si perdoneo diritti e salari».