Arese, 14 aprile 2011 - Resta chiuso il Museo Storico dell’Alfa Romeo. Si avvia la battaglia legale: la Fiat ha deciso di ricorrere contro la decisione, assunta a gennaio dal ministero dei Beni e le Attività Culturali, di dichiarare di interesse storico la raccolta di auto e il prezioso archivio presenti ad Arese. Secondo la proprietà la riqualificazione dell’intera area e del centro direzionale sarebbe compromessa dalla tutela posta dalla soprintendenza. L’ipotesi di un ricorso da parte di Fiat era nell’aria. Non è un caso, dunque, che solo dopo una settimana dal vincolo, il 7 febbraio, le porte del Museo siano chiuse? «Lavori di manutenzione. Riapriremo», è stata la spiegazione ufficiale. Ma qualcosa non torna. Dopo quasi due mesi non ci sono ancora operai in giro. E la notizia del ricorso presentato nei giorni scorsi dalla Fiat non appare di buon auspicio per il futuro dello museo.Il sindaco di Arese Gianluigi Fornaro, in prima linea contro lo smantellamento del sito, scende in campo insieme alla sua Giunta.
Sindaco, il ricorso al Tar non è una buona notizia per il museo.
«Per questo martedì scorso, la Giunta comunale ha deciso di costituirsi in giudizio davanti al Tar per difendere le ragioni del Comune e salvaguardare i beni storici e culturali che hanno caratterizzato lo sviluppo socioeconomico della città di Arese».
Andrete fino in fondo?
«Come sempre, da quando si è aperta questa questione, garantisco il massimo impegno del Comune, e mio personale, affinché il patrimonio artistico ed ingegneristico del Museo siano riconsegnati alla città».
Una battaglia cominciata lo scorso autunno...
«Sì, quando il Consiglio comunale di Arese, su mia proposta, ha deciso all’unanimità di inoltrare una richiesta al ministero affinché ponesse un vincolo di tutela al museo dell’Alfa Romeo».
Perché quello di Arese è uno dei maggiori musei al mondo in ambito motoristico, giusto?
«Esatto. Ospita una collezione di oltre 100 vetture, pezzi unici, da corsa, prototipi e concept. Oltre alle automobili si possono ammirare anche 15 motori di aviazione, 25 propulsori automobilistici e un migliaio di modellini di auto. Tra le numerose macchine da collezione, c’è anche la storica Giulia Gt del 1963, prima vettura realizzata ad Arese».
Questa collezione può definirsi un vero e proprio simbolo per la città.
«È un patrimonio artistico ed ingegneristico che ha fatto la storia d’Italia e che ha legato indissolubilmente il nome della nostra città a quello dell’Alfa. Da anni l’Amministrazione comunale lavora per valorizzare le eccellenze culturali locali rilanciando, contemporaneamente, il tessuto sociale, economico e produttivo».
Oggi l’area dell’Alfa resta un’area da riqualificare?
«Resta l’area più importante da riqualificare di questa parte della provincia di Milano divenuta, nel tempo, sempre più strategica per la sua vicinanza al Polo fieristico e alla Città della Salute. Sono fortemente convinto che l’accordo di programma costituirà per la comunità di Arese un’importante opportunità in termini occupazionali e di investimenti».