Senago, 16 aprile 2011 -  A Senago arriva il commissario prefettizio. Durante un’infuocata seduta del consiglio comunale di giovedì sera, dodici consiglieri, tra cui anche cinque di maggioranza, hanno dato le dimissioni facendo cadere la Giunta. Motivo scatenante della bagarre un documento letto dal sindaco Franca Rossetti a proposito del piano integrato d’intervento residenziale di via Trento Porta: il primo cittadino faceva i nomi di sei consiglieri di maggioranza e opposizione che potrebbero avere interessi personali - in quanto legati a società immobiliari o proprietarie dei terreni - nella realizzazione del progetto urbanistico, e li invitava a esimersi dal partecipare al voto. Tra le persone citate il vicesindaco leghista, Riccardo Pase e due consiglieri d’opposizione. Nomi e cognomi sgranati dal sindaco hanno fatto sobbalzare l’aula, scatenando vivaci e pesanti discussioni, durante le quali sono volate anche minacce di querele, fino ad arrivare alla conclusione: la decisione dei cinque consiglieri leghisti di aggregarsi alla minoranza (che aveva già preparato un documento di sfiducia al sindaco) e presentare le dimissioni, mandando a casa tutti i consiglieri eletti il 22 giugno del 2009.

Questa, in sintesi, la cronaca della seduta che ha sciolto il primo governo cittadino di centro-destra. Si è partiti con tre comunicazioni fatte dal sindaco Franca Rossetti: un encomio all’operato dell’ex comandante della polizia locale Claudio Porro, andato in pensione; una relazione sulle vasche di laminazione con la volontà di fare ricorso conto il provvedimento e quella inerente le cariche in società edilizie e di proprietà comunale di alcuni consiglieri e del vice sindaco. I sospetti avanzati su possibili conflitti d’interesse hanno dato il via a una serie di attacchi al sindaco: quello dell’ex sindaco Enrico Chiesa, ora all’opposizione, la sfuriata del consigliere di maggioranza Di Mita. C’è poi la lettura da parte del consigliere leghista Magda Beretta di una comunicazione fatta in prefettura contro la segretaria comunale e il presidente del consiglio a cui segue un pesante richiamo del sindaco: Leonardo Santoro del Pdl «richiama» la Lega mentre quello del Pd, Gianfranco Pepe la difende.


Dopo una sospensione di circa mezz’ora i 5 consiglieri della Lega decidono di aderire alla proposta della minoranza di dare le dimissioni, aprendo le porte al commissario prefettizio. «Ritengo di aver svolto il mio incarico nel miglior modo possibile affrontando anche situazioni difficili e superando tensioni - afferma Franca Rossetti -. La comunicazione che ha scatenato la bagarre l’ho fatta per sottolineare la piena trasparenza e legalità nella gestione della cosa pubblica. Malgrado ciò l’immagine del Comune è spesso offuscata da discussioni in sedi istituzionali e non a causa di varie insinuazioni su presunte incompatibilità tra ruolo pubblico e privato di consiglieri e assessori. Poiché ci stavamo accingendo a redigere, discutere e approvare atti del Pgt, e siamo chiamati quotidianamente a valutare, approvare e gestire convenzioni urbanistiche di notevole contenuto economico, era opportuno fare chiarezza. Da non confondere con l’insinuazione». Ora la parola passerà al commissario prefettizio che sarà nominato e rimarrà in città per circa un anno.