Arese, 11 ottobre 2012 - «Quando ho detto no a questi voti non sapevo certo di dire no all’ndrangheta». Così Marco Tizzoni, consigliere di minoranza a Rho, dopo che il suo nome nelle scorse ore è finito nello scandalo dei voti di scambio che ha portato all’arresto di Domenico Zambetti, assessore Pdl della Regione Lombardia.

Quarantaquattro anni, più commerciante che politico — suo uno dei negozi storici della città — Tizzoni è stato assessore nella giunta di centrodestra dell’ex sindaco Roberto Zucchetti, ora è capogruppo della lista civica Gente di Rho.

Cosa c’entra con Rho Marco Silvio Scalambra, chirurgo anch’egli arrestato, che secondo l’inchiesta era molto attivo nella ricerca di voti per conto dei boss?
«Niente. Scalambra arriva da Sedriano e non mi è stato presentato da nessun politico o pezzo grosso, ma da una candidata della nostra lista, Monica Culicchi che lavora all’Asl cittadina. L’ho conosciuto e incontrato due, forse tre volte. Lui accompagnava alle riunioni politiche Monica. Appassionati di ballo latino americano, attendeva che finissimo gli incontri e poi insieme andavano a ballare. Non ha mai partecipato alle nostre attività. Penso scherzasse quella volta che si era offerto di dare una mano se ce ne fosse stato bisogno: “Anche per attaccare i manifesti” aveva detto».

Maggio 2011. Voi arrivate al ballottaggio al fianco della Lega Nord, candidato sindaco Fabrizio Cecchetti.
«Il giorno dopo Scalambra mi avvicina e mi dice che ha la possibilità di portarmi 200, 300 voti, direzionabili, da pagare, ma sicuri».

E lei come ha reagito?
«Ho capito che era una cosa losca, mi sono subito rifiutato».

Tutto qui? Una vittoria offerta sul piatto respinta così?
«Si è fatto avanti ancora, ha insistito, mi diceva che avrei vinto per pochi voti, che lui poteva portarli. Mi sono arrabbiato gli ho ripetuto in un sms che non avrei accettato voti di lobby strane. La nostra battaglia l’avevano già vinta così, al ballottaggio senza il Pdl».

Perché non ha denunciato?
«Cosa avrei potuto denunciare? Certo in quei voti c’era qualcosa che non mi piaceva, ma non immaginavo che dietro ci fossero le cosche. Ho pensato a voti di scambio di persone in difficoltà che si vendono per 10 euro. Qualsiasi cosa ci fosse dietro la partita non ho lasciato nemmeno che iniziasse».

Gente di Rho e Gente di Arese, siete stati avvicinati anche lì? Le elezioni ad Arese sono storia recentissima, giugno scorso.
«No. Ma sull’elezioni di Arese i fatti strani non si contano. Le dimissioni di Pietro Ravelli (lista civica) non sono ancora chiare, una litigata con la sua maggioranza non può essere stata alla base del motivo di una scelta così drastica a soli due mesi dal voto, dopo pochi giorni da un misterioso incontro nell’area dell’ex Alfa Romeo. I conti non tornano».

monica.guerci@ilgiorno.net