Arese, 30 gennaio 2013 - Tre pagine. Tre opportunità. Sette giorni per decidere. E una sola certezza: «È come avere la pistola puntata alla tempia per firmare una proposta inaccettabile». Non hanno dubbi i 45 ex dipendenti dell’Innova Service di Arese, anche dopo i primi colloqui all’Agenzia regionale per l’istruzione, la formazione e il lavoro di Milano. Il Protocollo d’intesa firmato lo scorso dicembre da Regione Lombardia, Comune di Arese, Arifl e Tea spa, con interventi per la loro ricollocazione sembra a tutti un’«arma di ricatto» nelle mani delle proprietà dell’area per andare avanti con i progetti di riqualificazione.

«Io ho i requisiti per accettare la proposta di pensionamento, ma francamente non mi interessano i soldi che mettono a disposizione (45.000 euro lordi), vorrei continuare a lavorare. Il vero problema è che non abbiamo molte alternative», spiega Carmela Salma, 54 anni, 39 anni di lavoro sotto il Biscione, prima in Alfa Romeo, poi alla Rina e infine all’Innova Service. Con i soldi che prenderà, circa 34.000 euro netti, Carmela dovrà pagarsi i contributi previdenziali e vivere fino a quando non arriverà la sospirata pensione: «È solo un modo per farci fuori da quest’area e dopo due anni di lotta e di presidio mi sarei aspettata non soldi, ma un lavoro in quest’area, il lavoro che ci hanno rubato», aggiunge Carmela. Secondo la proposta illustrata ai lavoratori chi accetta di aderire a un percorso per la ricollocazione riceverà 15.000 euro lordi.

«Se al termine del percorso non ci trovano un posto di lavoro siamo completamente fuori dai giochi - spiega Angelo Imbrogno, 50 anni, 26 anni di lavoro -. Sto pensando se accettare o meno la proposta, anche se le incognite sono molto più delle certezze. Io ho lavorato in Alfa, ho fatto il muratore e sono capace di fare piccole manutenzioni, ma alla mia età sarà difficile trovare qualcuno che mi assuma». La terza opportunità per i lavoratori è una somma di 25.000 euro lordi a titolo di «liberatoria» senza l’attivazione di un percorso per la ricollocazione. Le tre proposte sono condizionate al «definitivo accoglimento dell’istanza presentata dalla società Tea spa per la realizzazione di un nuovo insediamento in progetto sulle aree interessate nonché al rilascio in via definitiva di tutte le autorizzazioni amministrative e dei permessi per costruire». Infine i lavoratori che accettano una delle proposte devono comunque rinunciare a qualsiasi pretesa su aziende e proprietari dell’area. Lo Slai Cobas ha chiesto di riprendere la trattativa coinvolgendo anche le parti sociali, escluse nella discussione e firma dell'Accordo.

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