di Roberta Rampini
Rho, 20 giugno 2013 - Aveva il controllo totale della vendità di caffè nella zona di Rossano, in provincia di Cosenza e nella zona di Rho, hinterland milanese. Aveva affiliati a Vigevano e Gambolò, in provincia di Pavia, la cosca della ‘ndrangheta degli Acri smantellata ieri mattina nell’ambito di un’indagine dei carabinieri del Ros e del comando provinciale di Cosenza che hanno arrestato 28 persone. I reati contestati sono associazione a delinquere, tentato omicidio, estorsione, rapina, detenzione di droga e armi, procurata inosservanza della pena, illecita concorrenza, trasferimento fraudolento di valori. L’operazione si è svolta a Rossano, Vigevano, Viterbo, Parma e Cuneo. I carabinieri hanno eseguito il sequestro di beni mobili, immobili, società e conti correnti.
Secondo quanto emerso dalle indagini, la cosca imponeva agli stabilimenti balneari ai bar e ad altre attività commerciali di utilizzare principalmente il “Pellegrino Caffe” oppure, in sostituzione, il “Jamaican Caffe” o “Pi.gi Caffe”. In alcuni casi, in particolare per i distributori automatici, la cosca obbligava i gestori a mescolare le miscele di caffè.
Un sistema collaudato, che funzionava e che grazie all’alleanza tra la cosca Acri e quella Farao-Marincola di Cirò Marina (Crotone) da tempo era stata estesa anche ad alcuni esercizi commerciale del nord Italia, in particolare nella zona di Rho, dove la famiglia di ‘ndrangheta del crotonese avrebbe una forte influenza nell’hinterland rhodense. Da numerose intercettazioni telefoniche è emerso che i componenti della cosca organizzavano il reinvestimento dei proventi della vendita del caffè nell’acquisto di attività commerciali, in particolare gelaterie, anche negli Stati Uniti.
Tra gli arrestati anche affiliati che vivevano al Nord: Espedito Donato, 47 anni, nativo di Rossano e Vincenzo Interlandi, di 54 anni, nativo di Ragusa, entrambi residenti a Gambolò nel pavese, Roberto Feratti, 56 anni residente a Vigevano, accusati di favoreggiamento. Tra i reati contestati dalla Dda di Catanzaro agli indagati c’è anche la procurata inosservanza della pena a Salvatore Galluzzi, catturato a Vigevano nel febbraio 2011 dopo un periodo di latitanza per una condanna a 15 anni di carcere da scontare. In quell’occasione era in compagnia di Feratti che venne denunciato a piede libero. Da lì sono partite le indagini.
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