Sesto San Giovanni (Milano), 1 maggio 2016 - In memoria di tutte le vittime sul lavoro, ieri pomeriggio il Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e del territorio non ha voluto ricordare solo gli ex operai della Breda. Il corteo annuale, partito dalla sede di via Magenta, ha voluto unire i morti d’amianto «a tutte le vittime del profitto». La manifestazione, come ogni anno, si è conclusa alla lapide di via Carducci con la posa di un mazzo di fiori. «Vogliamo ricordare due nuovi malati del nostro comitato, che stanno affrontando la chemioterapia – spiega il portavoce Michele Michelino -. Ma vogliamo anche ricordare Mauro Miozzo, amico del nostro comitato, morto a 55 anni sul suo posto di lavoro. E il corteo di quest’anno lo dedichiamo a lui». Ieri c’era una delegazione di Viareggio, per non dimenticare il disastro ferroviario del 29 giugno 2009, che provocò 32 vittime e numerosi feriti.
«I quattro operai bruciati vivi dell’Eureco, i lavoratori del Brenta, tutti morti per il profitto – continua Michelino -. Il 28 aprile è la giornata mondiale per i morti di amianto. Ma è basata su una grande ipocrisia: è stata istituita da quelle stesse persone che sono state responsabili di questi disastri. Che in nome del capitalismo mandano a morte i lavoratori». La battaglia del comitato non si ferma. Per chiedere luoghi bonificati, salubri, sicuri. Perché i diritti degli esposti alla fibra killer siano riconosciuti. Per chiedere giustizia per tutte le ex tute blu che oggi non ci sono più. «Per noi operai l’aspettativa di vita è stata sempre bassa – confessa Michelino, ex bredino -. Quanti compagni se ne sono andati poco dopo la pensione. E tanti neanche hanno fatto in tempo a vederla».
Al corteo, che ha sfilato per le vie di Sesto, erano presenti anche il vicesindaco Andrea Rivolta e Antonio Pizzinato, il sindacalista per eccellenza, segretario generale della Cgil dopo Luciano Lama. «Questa lapide è stata posata nel 1997, qui dove un tempo sorgeva la Breda – chiosa Michelino -. A perenne ricordo di tutti i lavoratori che sono morti a causa dello sfruttamento. Anche l’amianto provoca ogni anno 4mila vittime ed è presente ancora ovunque. Bonificare l’ambiente è un dovere».