Cologno Monzese, 24 dicembre 2010 - Acqua pubblica, la partita per i Comuni del milanese è rimandata al 2011: e a vincere il primo round, giocato sui tavoli della Provincia, è il fronte anti-privatizzazione. È questo il verdetto della conferenza dell’Ato (Ambito Territoriale Ottimale), l’autorità che si occupa del servizio idrico nella Provincia di Milano, che ieri mattina ha radunato a Palazzo Isimbardi sindaci e amministratori dell’hinterland meneghino per discutere sulla gestione futura dell’acqua.

La discussione parte già gravata, per via dalla legge regionale 57, fresca fresca di approvazione (il 22 dicembre), che all’articolo 1 sancisce la soppressione dell’Ato dal 1 gennaio e il passaggio dei poteri in mano al presidente della Provincia, Guido Podestà. Rieccheggia però un paradosso nella Sala del Consiglio e non sfugge agli amministratori del Nord Milano. l’assessore al Bene Comune di Cologno Giovanni Cocciro, i sindaci di Cinisello e Sesto, Daniela Gasparini e Giorgio Oldrini in prima linea.

Dai loro banchi arriva la frenata sulle votazioni dei punti all’ordine del giorno, ma soprattutto un grande punto interrogativo: come si può votare in Provincia sull’amministrazione 2011 di Ato, se l’organo di governo superiore, la Regione, ne ha appena sancito la chiusura? Pronta la risposta del numero 1 di palazzo Isimbardi Podestà: «Ato sarà attiva per altri sei mesi e Amiacque per tutto il 2011». Un impegno rafforzato dal «decreto milleproroghe», anch’esso approvato il 22 dal Consiglio dei Ministri, che posticipa la soppressione degli enti pubblici di gestione dell’acqua a gennaio 2012.

Una battaglia vinta che, secondo i comitati per l’acqua pubblica lombarda, rilancia la guerra alla privatizzazione. «Grazie alla proroga concessa dal Presidente Podestà — commenta l’assessore Cocciro — si apre una parentesi strategica per lanciare il referendum sull’acqua pubblica. La Cassazione ha dato il via libera dopo il conteggio delle firme raccolte: ora attendiamo l’ok dalla Corte Costituzionale sui quesiti da porre ai cittadini. E in primavera potremmo finalmente andare al voto».