Paderno Dugnano, 20 gennaio 2011 – Nessun passo indietro, «ci mancherebbe. Anzi ringrazio la Regione per la fiducia». Nessuna preoccupazione, «il mio è un lavoro impegnativo non posso permettermi il lusso di farmi distrarre dalle polemiche». Il giorno dopo la bocciatura al Pirellone della mozione che chiedeva la revoca della sua nomina di direttore generale dell’Asl Milano 1, Pietrogino Pezzano, 62 anni, con il suo accento calabrese pronunciato e la calma di sempre, va avanti.

Disponibile quando gli chiediamo un’intervista salvo poi «glissare» le domande, senza rispondere in modo diretto. «Guardate, io non mi occupo di politica. Io sono stato nominato dalla Regione per ricoprire un incarico e sto facendo il mio lavoro dal 3 gennaio in assoluta serenità — spiega il manager della sanità —. Per vivere ho bisogno di lavorare, so fare bene questo lavoro, cos’altro dovrei fare? Ho sempre avuto un rapporto di lealtà istituzione nei confronti della Regione che mi ha nominato, altro che mafia».

Martedì sera qualcuno lo aveva già avvisato dell’esito della votazione. Ieri mattina ha letto la rassegna stampa con gli articoli relativi alla discussione in Consiglio regionale. Lo incalziamo per capire cosa ne pensa della mobilitazione popolare e civile contro di lui. Della richiesta di dimissioni del Pd, dell’assenza dell’Udc in aula e dell’imbarazzo della Lega. Ma lui, ci risponde raccontandoci entusiasta il lavoro fatto in questi giorni nella nuova Asl lombarda.

«Ieri ho presentato le linee guida e il programma alle organizzazioni sindacali e alle aziende accreditate. Nei giorni scorsi ho incontrato i dirigenti, dovrò incontrare i medici di base, i rappresentanti del terzo settore e tutti quei soggetti che sono portatori degli interessi del territorio, ho illustrato il mio metodo di lavoro, io gestisco per delibere e il mio lavoro è sotto il giudizio dei cittadini quotidianamente, a loro dobbiamo dare risposte — spiega Pezzano —. Per ora ho trovato un clima sereno e costruttivo, potete verificare voi stessi, se volete».

Ma le sue capacità manageriali, del resto, non le ha mai messe in dubbio nessuno. Neppure il suo peggiore detrattore: dalla Regione ha sempre avuto ottimi punteggi e buone valutazioni. È stato nominato all’Asl di Monza, «perché la precedente gestione aveva accumulato debiti consistenti». Quando ha lasciato quella poltrona i bilanci erano in attivo. Oggi è di quelle capacità che vuole parlare, è su quelle capacità che vuole essere giudicato. Per le fotografie e le intercettazioni telefoniche con personaggi malavitosi ci sono i magistrati e per ora non ha ricevuto nessun avviso di garanzia, non è indagato. Ma prima di salutarci aggiunge, «Ho lo stesso numero di cellulare da almeno cinque anni, per il lavoro che faccio ricevo tante telefonate — aggiunge Pezzano — sono una persona disponibile con tutti».