Paderno Dugnano, 22 gennaio 2011 - Si è conclusa la prima fase di lavoro della Commissione di controllo sulla gestione del Centro Falcone e Borsellino, sospeso e poi chiuso dopo aver ospitato il summit dei boss.
E giovedì sera il Consiglio comunale ha preso atto della documentazione. Nata per fare chiarezza sulla gestione del Centro, la Commissione consiliare si era prefissata di analizzarne l’operato ma per ora si è limitata a prendere in esame documenti e regolamenti e a mettere in luce le problematiche legate al mancato rispetto delle regole.

Negli atti sono state evidenziate le irregolarità commesse nei due anni di gestione come le ha riscontrate appunto la Commissione formata da membri del Consiglio comunale appartenenti a tutti i partiti tranne Rifondazione. Di «irregolarità formali e sostanziali» ha parlato Maurizio Cerioni, consigliere dell’Idv e presidente della Commissione, che ne ha reso conto in Consiglio. Come la porta d’ingresso del Centro, che non avrebbe dovuto dare direttamente sul portico prospiciente la pubblica via; o gli elettrodomestici acquistati dal Comitato di gestione, a proposito dei quali la Commissione sottolinea: «Non è stato possibile accertare se vi fosse richiesta di autorizzazione a installare una cucina di cottura con friggitrice né se vi fosse il nulla osta dell’Asl».

Dalla Commissione sono state inoltre esaminate le documentazioni contabili considerate «approssimative» poiché «le ricevute non hanno numerazione e data progressiva, rendendole inutili e non comprovanti». Infine «il Comitato di gestione non ha rispettato le disposizioni contenute nella convenzione» stipulata con il Comune. E ancora: «È accertata l’ammissione all’interno dei locali di persone diverse dai soci».

Presenti in sala durante la discussione duecento anziani che non si sono limitati ad ascoltare, ma hanno applaudito chi, come Marco Coloretti, consigliere Pd, dava loro manforte disapprovando invece chi parlava di perdita di fiducia nei confronti dell’associazione come Fabrizio Riboldi, consigliere della Lega, che ha ribadito il proprio appoggio all’amministrazione qualora decidesse di chiedere i danni per l’immagine del paese a chi l’ha lesa.