Paderno Dugnano, 22 aprile 2011 - Il Tar della Lombardia ha respinto, con ordinanza cautelare, il ricorso presentato dagli ex soci del centro Falcone e Borsellino, Pietro Di Bari, Luigi Bisco, Arturo Baldassarre e Moreno Scalabrini. A marzo i quattro avevano deciso di opporsi alla delibera di Giunta che aveva decretato sia l’annullamento della convenzione per la gestione del centro di aggregazione sia lo scioglimento della loro omonima associazione Falcone e Borsellino.

Dal primo gennaio, lo spazio che il 31 ottobre del 2009 ospitò uno dei summit più eclatanti della ’ndrangheta è stato chiuso nell’attesa di una nuova destinazione. Al momento non si conoscono ancora gli estremi e le motivazioni che hanno portato il Tar a respingere il ricorso, ma la comunicazione ufficiale è arrivata alle porte del Palazzo.

Sorpresi gli ex gestori, che attendono le motivazioni del Tar prima di rilasciare dichiarazioni. «La sentenza è l’ulteriore dimostrazione che le scelte prese da questa amministrazione sono non solo giuste ma anche legittime — commenta il Comune — Dopo che un’inchiesta della magistratura ha fatto scoprire al mondo intero che a Paderno, nelle sale del centro Falcone e Borsellino e quindi in una struttura di proprietà pubblica, era stato consentito a un gruppo di mafiosi di tenere un summit, abbiamo dato la possibilità ai soci della struttura di riscattarsi con una gestione condivisa con altre associazioni (ovvero Arci Milano in collaborazione con i circoli di Palazzolo e Calderara, ndr). Un tentativo che evidentemente ha dato solo fastidio a chi ha cercato di ostacolare questo percorso di cambiamento, tanto da costringere gli altri gestori a rinunciare all’incarico che avevamo dato».

«Alcuni ex soci hanno tentato di riappropriarsi del Falcone e Borsellino con il ricorso al Tar — continua la nota — ma la giustizia ha fatto il suo corso. Adesso potremo proseguire il nostro lavoro per restituire presto il centro ai cittadini attraverso una gestione che sappia ridare dignità a un luogo dedicato alla memoria di due eroi vittime della mafia».