Paderno Dugnano, 7 maggio 2011 - Definitivamente archiviata la querela fatta da Annunziato Papaleo, presidente del Consiglio di Paderno, nei confronti di Arturo Baldassarre, ex presidente del centro Falcone Borsellino che, nel luglio scorso, aveva rilasciato ai giornali e alle televisioni alcune dichiarazioni tra le quali emergeva il dato di parentela tra il presidente del Consiglio e il capo della locale di Bollate, Vincenzo Mandalari, arrestato per associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta «Infinito».

Baldassarre, presente la sera della «cena dei boss» all’interno del centro Falcone Borsellino, aveva poi rilasciato alcune dichiarazioni per dimostrare quanto Mandalari fosse conosciuto in città e, in tale occasione, aveva parlato anche del legame di parentela con Papaleo.

«La richiesta di archiviazione è fondata e va accolta — si legge nella sentenza del Tribunale di Monza —. La circostanza relativa al rapporto di parentela tra il querelante e Vincenzo Mandalari è veritiera e, nel contesto dell’esposizione censurata, non può ritenersi espressa maliziosamente allo scopo di insinuare torbidi o illeciti rapporti tra il querelante e il cugino. Piuttosto, pare fondato ritenere che tale circostanza - comunque in sé inoppugnabile - sia stata espressa allo scopo di rafforzare il giudizio sull’impossibilità di immaginare che una sala comunale fosse stata utilizzata per svolgervi una riunione malavitosa».

«Anche i commenti apparsi sui blog — si legge — per quanto opinabili, non travalicano i confini del diritto di libera manifestazione del pensiero sub specie diritto di critica, sostanziandosi nel discutibile, ma non illecito, accostamento tra parentela “mafiosa” e impossibilità di occuparsi della cosa pubblica».

«Il 30 settembre — ha spiegato Arturo Baldassarre — Papaleo in consiglio aveva comunicato che avrebbe preso atto delle diffamazioni, ma non mi aspettavo questa denuncia. Il caso infatti, a mia insaputa, era già stato archiviato una volta, ma lui ha voluto fare ricorso e in quel momento, a gennaio, sono venuto a conoscenza della querela. Il tribunale alla fine mi ha dato ragione. Ho detto solo la verità in quelle dichiarazioni, e non capisco perché abbia deciso di querelarmi. Si poteva sicuramente evitare, anche perché questo scherzo mi è costato più di 2mila euro di avvocato d’ufficio».

Un'altra sentenza dunque archiviata, in una storia che sembra davvero essere infinita. «Io con il mio avvocato — continua Baldassarre —, ogni mese, faccio richiesta per sapere se sono indagato o meno per quanto accaduto il 31 ottobre, e ogni volta la risposta è negativa. Con i volontari di quella che era la vecchia associazione Falcone Borsellino continuiamo a vederci e con l’associazione All Star organizziamo iniziative».