Sesto San Giovanni, 18 maggio 2011 - Sorveglianza sanitaria anche per i familiari degli esposti all’amianto. Il Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio vince una battaglia, intrapresa ormai anni fa. Prevenzione la parola d’ordine che, già da tempo, aveva fatto chiedere ai bredini di estendere i controlli sanitari anche alle famiglie e soprattutto alle mogli degli ex operai e delle vittime, che per anni avevano lavorato a contatto con il minerale killer.
Comincia così la sorveglianza sanitaria anche per le donne che non hanno mai indossato una tuta blu, ma hanno lavato per anni quelle dei mariti. Come Carmela Maganuco, scomparsa a 53 anni nel novembre del 2009 per un carcinoma esteso a entrambi i polmoni. Già un primo gruppo ha ricevuto la lettera dell’Asl ed è stato convocato proprio ieri pomeriggio alla Clinica del Lavoro di Milano per un’assemblea.
«I medici, prima delle visite, hanno spiegato quali rischi corrono i familiari degli ex esposti all’amianto e le modalità con cui saranno effettuati i controlli — spiega Michele Michelino, portavoce del comitato —. Ancora una volta abbiamo dimostrato che, grazie alla partecipazione degli associati e alla nostra determinazione, un altro importante risultato è stato raggiunto».
L’invito ora è a ritirare e compilare alla sede di via Magenta il modulo per richiedere l’iscrizione al programma di sorveglianza sanitaria. Le signore che l’hanno già fatto, pochi giorni fa hanno ricevuto risposta affermativa dall’Asl. «Il medico del lavoro certifica che il soggetto, in quanto familiare di ex esposto ad amianto, viene iscritto nel Registro regionale degli ex esposti ad amianto e può aderire al protocollo operativo previsto» si legge nel documento.
Accertamenti sanitari specialistici che prima erano riservati ai lavoratori che avevano svolto mansioni con il rischio di inalazione di fibre di amianto. Tra gli ex operai, già un centinaio è stato controllato. «La Regione Lombardia già nel 2007 aveva previsto la sorveglianza sanitaria anche per il coniuge della persona esposta — ricorda Michelino, ex bredino —. Noi siamo voluti partire dalle mogli, quelle più a contatto con l’amianto portato in casa dai mariti». Ieri mattina le visite al primo gruppo e la soddisfazione di Michelino. «È motivo di orgoglio per tutti noi aver raggiunto anche questo risultato».
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