Sesto San Giovanni, 22 maggio 2011 - Il primo tempo promette bene. Tanto che Guido Camozzi ha deciso di prolungare di dieci giorni l’intervallo, prima di iniziare a proiettare la seconda parte del film. Il titolo della pellicola: «No al centro commerciale sulle ex Falck». Protagonisti: i negozianti di Sesto. «Due settimane fa ho distribuito i moduli per raccogliere le firme — racconta il pasticcere nel suo negozio storico della Rondinella — Oggi li ho ritirati. Superiamo le 400 adesioni, meglio delle aspettative. Tra due settimane daremo altri fogli».
Tra i primi firmatari c’è Roberto Tentori, che gestisce una boutique in via Picardi. «Un complesso commerciale sulle aree dismesse non lo vogliamo, c’è poco da dire — spiega il negoziante — Tra due mesi consegneremo la petizione e chiederemo un Consiglio comunale sul tema: vogliamo che l’amministrazione comunale si impegni a non realizzare una struttura di grande distribuzione. O che comunque dia questo atto di indirizzo alla proprietà».
Mercoledì sera Camozzi e Tentori si sono anche presentati in Consiglio comunale, durante la riunione dei capigruppo: a tutti i partiti degli opposti schieramenti è stato lasciato il documento con l’auspicio di ottenere una mano da chi tra i politici, almeno a parole, ha sempre promesso battaglia sul mega iper.
Tra gli esercenti più attivi nella raccolta di adesioni che serviranno a supportare la richiesta d’appoggio da parte del municipio, c’è anche il fotografo Marco Tondù: «Un centro di 50mila metri quadrati andrebbe a depredare tutto quello che abbiamo costruito in una vita di lavoro — commenta il titolare di Layout, in viale Matteotti — Abito a duecento metri dal mio negozio, la mia vita è in questa bottega: la gente entra e io cerco di accontentarla».
Se sulle aree Falck aprirà un centro commerciale, i negozi di vicinato saranno destinati a chiudere la serranda, pronostica Tondù. «Il mio settore non avrebbe problemi, ma chi vende vestiti o borse?». Agguerrita anche Marcella Fanti che al megastore dice un «no» senza se e senza ma: «In via Mazzini è come se ce lo facessero in pieno centro — lamenta la proprietaria de L’Orologiaio di piazza Trento e Trieste — Io addirittura chiuderei anche quelli già esistenti. Siamo già a un livello di saturazione tale che persino gli iper sono in crisi. Infatti nelle strutture c’è un turnover pazzesco di negozi».
Piero Mazzei il modulo non l’ha ricevuto, ma annuncia lo stesso la propria firmae intanto ricorre a una battuta: «Noi siamo un’agenzia turistica: organizzeremo presto un tour nei centri commerciali del Nord Milano — ironizza il titolare di Standard Travel, in piazza Petazzi — A parte gli scherzi, in merito al progetto bisognerebbe prima fare uno studio per capire se davvero c’è tutto questo bisogno di un nuovo complesso».
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