Cormano, 16 giugno 2011 - Hanno trascorso oltre 35 ore sospesi nel vuoto, a quindici metri di altezza, sulla gru del cantiere dove lavoravano. Ieri pomeriggio pochi minuti prima delle 19 sono scesi con i volti tirati ma felici. Hanno vinto loro, gli otto lavoratori che da martedì mattina hanno inscenato una decisa protesta nei confronti del datore di lavoro che per mesi non li ha pagati e che nei giorni scorsi aveva disatteso anche l’ultimo accordo, sottoscritto dinanzi alle organizzazioni sindacali.

Gli operai — un italiano, tre romeni, tre bosniaci e un albanese — hanno lasciato il loro presidio di protesta dopo che per tutta la giornata di ieri erano proseguite in modo febbrile e acceso le trattative con le imprese coinvolte nella difficile vertenza. Soltanto a sera sono spuntati tutti i circa 53mila euro che serviranno a pagare gli stipendi arretrati.

«Siamo felici perché il nostro sacrificio è servito a qualcosa — spiega Zare, operaio bosniaco di 29 anni — Siamo arrivati a questo gesto folle perché disperati. Eravamo proprio stanchi di essere presi in giro. Tra noi ci sono persone che non prendono lo stipendio da 8 mesi e che non sanno più cosa dire alle famiglie. Io ho una bambina di 3 anni e un mutuo sulle spalle. Fino a oggi sono riuscito a pagare le rate solamente grazie al fatto che faccio qualche lavoretto. Ma non è giusto che qualcuno ci sfrutti».

L’accordo raggiunto grazie al lavoro instancabile dei delegati sindacali di Cgil, Cisl e Uil che hanno seguito tutte le trattative, ha consentito agli otto operai di ottenere già ieri sera, appena scesi, buste con 2.350 euro in contanti. Un acconto sugli arretrati che per qualcuno ammontano anche a 9mila euro. Il 24 giugno è previsto il pagamento della seconda trance. Il datore di lavoro, la società Raffaela Costruzioni di Limbiate, ha messo in vendita un appartamento e con il ricavato dovrà provvedere al pagamento della parte restante, fino a chiudere l’intero debito.
«Ho lavorato per quasi 30 anni con queste persone — spiega rassegnato Giuseppe, muratore di 59 anni — Ho condiviso con loro gioie e dolori, davvero non mi aspettavo un trattamento come questo. Se fino alla scorsa settimana ero stato disposto a sopportare i loro ritardi, oggi no perché hanno abusato della mia onestà».

«Resta aperta la situazione di altri 17 lavoratori che nei giorni scorsi avevano percepito un acconto — spiega il delegato Fabio Del Carro a nome delle tre sigle sindacali — Il debito complessivo ammontava a circa 139mila euro. Contiamo nei prossimi giorni di raggiungere un accordo con l’impresa che serva a chiudere definitivamente questa vertenza».