Sesto San Giovanni, 26 agosto 2011 - Due esplosioni potentissime che si sono scatenate a distanza di pochi minuti l’una dall’altra. Poi l’inferno con lingue di fuoco alte anche 10 metri e colonne di un fumo così intenso e acre da paralizzare l’intera strada. L’altra notte via Breda ha vissuto momenti terribili a causa di un incendio doloso appiccato a un Phone Center che sorge in una piccola vetrina al centro della via. Siamo in pieno centro cittadino, a poche decine di metri da piazza del Rondò e dalla fermata più frequentata della metropolitana rossa. Ma siamo anche nel cuore della strada che più di ogni altra ha assunto le sembianze di un suk multiraziale, con i suoi negozi etnici, le macellerie islamiche e i kebab.

Erano passate da poco le due della notte quando i primi abitanti della via, ancora in piedi per il gran caldo, hanno notato le prime colonne di fumo uscire dal Phone Center che si trova al civico 25. Pochi istanti per dare l’allarme, poi una prima esplosione ha fatto tremare il palazzo sovrastante, disseminando calcinacci e lamiere in un raggio di oltre 30 metri. Le vetrine e le saracinesche del negozio sono state proiettate in strada, così come un distributore automatico di bibite. I residenti della palazzina sovrastante, una dozzina di persone tra le quali una donna di 90 anni allettata e alcuni bambini, hanno corso il rischio di rimanere imprigionati tra le fiamme e i calcinacci.

Un egiziano di 35 anni, preso dal panico, si è lanciato dalla finestra del primo piano, procurandosi una slogatura della caviglia, altri hanno preferito affrontare le lingue di fuoco che dal negozio avevano già invaso le scale condominiali. Un altro egiziano è stato colto dalla seconda esplosione mentre si trovava nell’atrio ed è stato colpito da alcuni pezzi dei solai precipitati al suolo.

«Pensavamo di morire tutti — ha raccontato Joan Caraval Rodriguez, cittadino dominicano che vive nell’appartamento sopra il negozio insieme alla moglie e a due figli —. Siamo usciti dal portone poco prima della seconda esplosione. In casa nostra, le fiamme erano così potenti che venivano fuori dal pavimento. Un vero inferno». Con un’autoscala i vigili del fuoco hanno potato in salvo i residenti dei piani più alti e la donna 90enne che vive in un appartamento distante una ventina di metri dal luogo dell’incidente. Il fumo rischiava di ucciderla, così i lettighieri l’hanno ricoverata alla Multimedica per precauzione.

Due squadre dei pompieri hanno lavorato fino quasi all’alba per domare il fuoco e mettere in sicurezza la zona. L’intero palazzo è stato evacuato fino a ieri mattina quando l’inagibilità è stata circoscritta agli alloggi del primo piano. Del negozio non resta granché: è un mucchio di cenere nera nel quale non sono più riconoscibili né i computer né i telefoni.

Chi ha colpito voleva scatenare l’inferno. E’ sicuramente di origine dolosa l’incendio che ha distrutto il Phone Center di via Breda. Secondo un primo esame dei vigili del fuoco, l’origine è da attribuire a un cosiddetto «accelerante», un liquido altamente infiammabile versato in abbondanza nel locale. Alcuni residenti hanno visto
un ragazzo che si allontanava sul retro, attraversando i binari della ferrovia. Sarebbe poi salito su una vettura di colore scuro dove lo attendeva un complice. Il titolare dell’attività, un siriano di etnia curda di 39 anni, dice
di non aver mai avuto problemi. Le indagini sono state affidate ai carabinieri della Compagnia di Sesto.