Sesto San Giovanni, 16 settembre 2011 - La protesta dei sindaci contro la manovra finanziaria è riassunta dallo striscione che pende dalle sedi istituzionali di Cinisello: «I tagli ai Comuni sono tagli ai tuoi diritti». Sempre unito sotto la bandiera dell’Anci, l’associazione nazionale dei Comuni, stavolta il Nord Milano si spacca in due e alla manifestazione di ieri partecipano solo le amministrazioni targate Pd. Sportello badanti e bonus fragilità addio: a Cinisello si dovranno sforbiciare 1,6 milioni, dopo i 2,4 già tagliati quest’anno. «Siamo ancora nel campo delle ipotesi — spiega l’assessore ai Servizi sociali Siria Trezzi — Sappiamo che il fondo non autosufficienza non ci sarà nel 2012: per noi significa 100mila euro in meno».

A Cologno Mario Soldano ha radunato la Giunta davanti al municipio per spiegare ai cittadini perché si sono incrociate le braccia: i servizi funzionano, gli impiegati di Anagrafe e Stato civile ricevono i pochi che hanno sfidato lo sciopero, ma la squadra di governo improvvisa un sit in sotto i portici. «La protesta mira a coinvolgere tutti gli italiani per renderli coscienti della gravità della situazione — denuncia Soldano — Perderemo 1,5 milioni che, con i 2 già decurtati, fanno 3,5 in meno rispetto al 2010. Tutti i servizi sono a rischio: cercheremo di salvare le fasce deboli».

A Bresso saranno soprattutto le otto scuole e le quattro case popolari le vittime predestinate della Finanziaria. Ieri, durante l’insolita seduta della Giunta davanti al municipio di via Roma, il sindaco Fortunato Zinni è stato categorico sugli imminenti sacrifici per un milione: «Saremo costretti a rinunciare alla manutenzione sul patrimonio pubblico e dovremo accorpare alcune funzioni: Bresso e Cusano Milanino continueranno a condividere il segretario comunale, mentre costituiremo una sola avvocatura con le altre città del Nord Milano».

A Sesto sindaco e assessori si sono messi a distribuire il volantino realizzato dall’Anci dalle 9 alle 9,30, orario in cui l’Anagrafe ha scioperato. «La manovra colpisce pesantemente i Comuni — spiega Giorgio Oldrini, che è anche vicepresidente di Anci Lombardia — Eppure in Italia la parte più consistente degli investimenti è fatta proprio da noi. Ci tolgono la possibilità di erogare servizi, mentre i ministeri continuano ad aumentarsi le dotazioni». Meno sfalci di erba, zero auto blu, acqua del rubinetto, per risparmiare era stata persino tolta la pila dei giornali agli assessori. Negli ultimi giorni la battaglia di Oldrini è stata quella di non far dimettere Attilio Fontana, sindaco leghista di Varese, dalla presidenza di Anci Lombardia, così da trascinare anche i colleghi del Carroccio nella protesta. Non gli è riuscito.

Diktat dall’alto — «Se manifestate, siete espulsi dal partito» — i sindaci lùmbard stavolta non hanno fatto i ribelli. Così, il cusanese Sergio Ghisellini ha spiegato che preferisce «fare pressioni sugli onorevoli a Roma, dare suggerimenti e chiedere che siano considerati». Niente sciopero anche in casa Paderno Dugnano. Il sindaco Pdl Marco Alparone ha deciso all’ultimo: «Sono preoccupato, ma non volevamo creare disagi ai cittadini. Non aveva senso impedire all’Anagrafe di fare le carte d’identità».