Paderno Dugnano, 18 ottobre 2011 - Dopo quindici mesi e otto giorni di latitanza, è stata stanata un’altra pedina sfuggita alla maxi operazione «Infinito» che nel luglio 2010 portò all’arresto di 300 esponenti della ’ndrangheta.
A finire in manette stavolta Giuseppe Minniti, «l’occhio vigile di Candeloro Pio in Calabria», com’era stato battezzato nell’ambito dell’inchiesta per il ruolo di intermediario tra la casa madre e la «locale» di Desio cui — secondo gli inquirenti — apparteneva.

E il caso ha voluto che Minniti finisse nella rete proprio a Paderno, cornice nell’ottobre 2009 della cena dei boss.
Dal maxi blitz, su Minniti pendeva un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Ma quando i militari bussarono alla sua porta, nessuno rispose. Una soffiata al momento giusto, poi la fuga: da allora il 43enne non fece più rientro nella casa di Gioiosa Ionica (Reggio Calabria). A rompere la sua latitanza, la Polizia stradale di Seregno impegnata nel controllo di una zona particolarmente delicata: via Tirano, a pochi metri dalla Milano-Meda, lontana da occhi indiscreti e spesso scenario di strani viavai, veicoli rubati e poi abbandonati, terra di spaccio e scambisti. Per questo da qualche tempo sorvegliata speciale. Sabato pomeriggio ad attirare l’attenzione degli agenti è un Suv parcheggiato in un punto isolato. Nelle vicinanze, due uomini. Ai controlli uno dei due presenta un documento rubato dall’Anagrafe di Vigonovo (Venezia). Così, dopo le verifiche incrociate, è svelata la vera identità: Giuseppe Minniti, latitante, tra gli esponenti della «locale» di Desio e fratello di Nicola, il contabile del gruppo chiamato a raccogliere il denaro da versare nella «bacilletta», la cassa comune della ’ndrina.

Uomo di fiducia, nonché cugino del capo della «locale» Candeloro Pio, «Peppe», com’era chiamato dai suoi, avrebbe avuto un compito più sfuggente rispetto al fratello ma non meno determinante: sarebbe stato l’«ambasciatore» che, abitando in Calabria, portava i messaggi, facendo da intermediario tra la casa madre e la cosca locale.