Cormano, 9 marzo 2012 - «L'area proposta da Ikea per far sorgere un nuovo punto vendita è già satura di traffico e di smog. Faccio per Ikea le stesse considerazioni avanzate sul progetto dell'inceneritore, previsto in un'area contigua». Michele Cagiano, membro del comitato di quartiere Fornasè, non ha dubbi. Il colosso svedese in quell'area a nord di Cormano, al confine con il Villaggio Ambrosiano di Paderno, non ci può stare . Il faccia a faccia tra cittadini e giunta, voluto dal comitato e andato in scena l'altra sera nella saletta di piazza Aldo Moro vive toni molto accesi e grande partecipazione della cittadinanza. L'argomento è noto: la presentazione di una manifestazione d'interesse da parte di Ikea per un'area a nord della città.

Cinque le domande poste da Michele Cagiano agli Amministratori presenti all'iniziativa: ci sono altre ipotesi viabilistiche alternative ai due ingressi già bocciati dal Comune di Paderno Dugnano? È già stato presentato da Ikea uno studio sui flussi viabilistici? Avete considerato l'aumento delle polveri sottili che ci sarà? C'è già stato uno studio socio-economico sull'impatto della grande distribuzione a livello occupazionale? E infine: è prevista una modifica dell'area standard in zona commerciale-industriale? Nessuna risposta da parte dell'Amministrazione comunale. O meglio, l'unico tema che indirettamente riceve risposta è quello riguardante la destinazione dello spicchio di territorio confinante con il Villaggio Ambrosiano. «Non è detto che un'area standard debba essere destinata a verde pubblico, può anche divenire zona industriale o commerciale», puntualizza Tatiana Cocca, assessore all'Urbanistica, che aveva già ribadito il punto in un articolo apparso su «Il Giorno». «Non abbiamo preso nessuna decisione - continua l'assessore - perché non è stato possibile valutare il progetto con i documenti presentati. Garantiamo che sul caso Ikea manterremo lo stile partecipativo che ci contraddistingue da sempre».

L'assessore alle Opere Pubbliche, Massimo Cionci, interviene poco dopo per ribadire la posizione degli amministratori: «Sono previsti a breve incontri per parlare con Ikea del progetto viabilistico che, così com'è, non possiamo accettare. La cosa certa è che non potremo tenere per sempre quell'area a standard ma, entro pochi anni, dovremo stabilire in modo definitivo il futuro di quello spicchio di territorio». In sala qualcuno alza la voce. Massimo De Rosa, membro del Movimento 5 Stelle, è tra questi: «Restano tante perplessità sul progetto. Bisogna capire se i posti di lavoro compenseranno quelli che, con tutta probabilità, si perderanno nella piccola distribuzione. A mio parere bisognerebbe operare un'azione con la partecipazione dei Comuni limitrofi, anche per evitare il meccanismo-minaccia che ruota intorno agli oneri di urbanizzazione».

Il fronte del no si delinea. Ma, tra i presenti, c'è chi appoggia un insediamento Ikea in città. È il caso di Maria Grazia Nichetti: «Prima ero contraria, ora ho cambiato idea. Dopo aver superato il problema della viabilità, non credo che i problemi siano eccessivi. Ci potranno essere molti nuovi posti di lavoro in una sezione del territorio non centrale». Anche Loredana De Zanetti, residente nel quartiere Fornasè, è sulla stessa lunghezza d'onda: «Le aziende stanno chiudendo, Ikea invece offre lavoro. Già respiriamo un'aria inquinata, non è quella la maggiore criticità». «L'importante - conclude - è che le vie d'accesso siano ben progettate».

di Emanuele Alberti