Sesto San Giovanni, 13 aprile 2012 - Nata nell’agosto 1962, da leonessa sogna una città «forte e coraggiosa». «Amica» e fatta «di eguali». Sposata e senza figli, Monica Chittò, di professione editor e assessore alla Cultura e all’Educazione, è la candidata del centrosinistra. Nel programma punta su un metodo di lavoro dal basso, insieme ai sestesi. «Oggi registriamo uno scollamento tra politica e cittadini. Proponiamo luoghi di confronto. Tre nuove consulte: migranti, anziani e attività economiche».
Bilancio partecipato?
«Anche di genere, sociale e ambientale, perché sia misurabile. Soprattutto le giovani generazioni chiedono un’attenzione nuova alla sostenibilità. Quando si progettano spazi, bisogna pensare a come vengono vissuti».
Esempio?
«Nel nuovo regolamento edilizio chiederemo che vengano pensati spazi per riporre le biciclette».
Dal bikesharing agli orti per grandi e bambini. Una rivoluzione verde nella città dell’acciaio?
«C’è grande voglia di riappropriarsi dell’ambiente anche in un contesto fortemente urbanizzato come il nostro. Sul modello tedesco, pensiamo a fattorie didattiche per un contatto diretto con la natura e la terra».
Come realizzare sulle aree dismesse il produttivo oggi sulla carta?
«Ci siamo dotati di strumenti urbanistici. Ora serve un lavoro di promozione del territorio per attrarre funzioni di eccellenza, che possano creare indotto locale. La Città della Salute potrebbe essere il grosso volano economico per far partire il piano Falck».
Anche Milano ha avanzato la candidatura. Non si doveva lavorare in chiave metropolitana?
«Dobbiamo tutti spogliarci del limite di guardare dentro ai nostri confini, senza però rinunciare alle nostre identità. Detto questo, per la prima volta abbiamo un comitato promotore per la città metropolitana con forze politiche diverse ed esiste a Milano un delegato ai rapporti con l’hinterland. Il momento è maturo».
Cos’è Made in Sesto San Giovanni?
«Un’ambizione per le aree in trasformazione. Abbiamo esperienze di start-up interessanti. Dobbiamo creare opportunità perché queste intelligenze non scappino dal territorio. Individuando quartieri dove favorire la presenza di artigiani, creativi, aziende innovative».
Coalizione senza i Verdi, ma sbilanciata comunque a sinistra. Non teme di perdere i voti del centro?
«Il Pd si dimostra in grado di intercettare i moderati. Abbiamo in lista indipendenti, esponenti dell’associazionismo laico e cattolico. Ma non lo sbandieriamo come un prodotto da vendere».
Chi vorrebbe avere con lei al ballottaggio?
«L’obiettivo è vincere al primo turno».
Filippo Penati su Facebook ha pronosticato che vincerà perché «brava e garbata». Più piacere o imbarazzo? «Lo considero un commento da cittadino. Non politico o amministrativo: non abbiamo mai lavorato insieme».
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