Paderno Dugnano, 28 settembre 2012 - I tre sopravvissuti all'esplosione avvenuta il 4 novembre 2010 alla Eureco di Paderno Dugnano e i familiari dei quattro operai morti hanno citato la società di smaltimento di rifiuti come responsabile civile all'udienza preliminare a carico di Giovanni Merlino, il titolare della stessa Eureco che per quella tragedia è accusato in qualità di amministratore unico di omicidio colposo plurimo aggravato dal numero delle vittime e dalla violazione delle norme sulla sicurezza, lesioni colpose gravissime, incendio colposo, frode fiscale, nonché stoccaggio, traffico e smaltimento illecito di rifiuti pericolosi. Il procedimento davanti al giudice per l'udienza preliminare Antonella Bertoja proseguirà il 23 novembre.

 

 

Al centro del dibattimento l'esplosione mortale che secondo quanto ricostruito dal pubblico ministero Piero Basilone è stata provocata dalle miscelazioni non autorizzate a cui Merlino sottoponeva i rifiuti pericolosi (setacci molecolari), che venivano manipolati dagli operai in violazione della normativa in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. A causa dell'esplosione sono morte quattro persone: Harun Zekiri, 44 anni; Sergio Scapolan, 63enne; Salvatore Catalano, 55 anni; Leonard Schesu, di 37. Nel procedimento la scorsa udienza si sono costituiti parte civile accanto agli operai o ai loro eredi, il Comune di Paderno Dugnano, la Cgil e l'Inail.

Bertoja aveva invece rigettato analoghe istanze presentate da una serie di comitati di cittadini e associazioni a tutela dell'ambiente, contro l'amianto, per il rispetto dei diritti sul lavoro, ritenendo che non abbiano alcun titolo per chiedere un risarcimento dei danni. Merlino in passato ha patteggiato un anno e 4 mesi di reclusione per l'omicidio colposo di un altro operaio morto a causa di un incendio scaturito dalla miscelazione di rifiuti.