di Laura Lana
Sesto San Giovanni, 26 aprile 2013 — Torna soddisfatta dall’incontro tecnico sulle bonifiche, che si è tenuto al ministero dell’Ambiente. «Nessun blocco dell’iter, anzi si va avanti» dice Monica Chittò. Eppure sul risanamento dei terreni delle ex Falck c’è un’ipoteca pesante: il ricorso presentato al Capo dello Stato dalla proprietà, la Sesto Immobiliare, proprio su alcune prescrizioni del dicastero.
Sindaco, nessuna preoccupazione?
«Non sono preoccupata ma attenta. È una situazione da monitorare affinché non si impaludi. Insieme al ricorso la proprietà ha inviato una lettera al minstero per svincolare l’area della Città della Salute».
Ma le ex acciaierie vanno oltre il futuro polo sanitario.
«È vero, ma è comunque importante poter aprire i cantieri. Questo ricorso non prevede sospensive dei lavori».
Non si rischia di creare una cattedrale in mezzo a un’area che resta contaminata?
«Siamo consapevoli che la trasformazione e la bonifica delle aree dismesse deve essere coerente e completa. Le 140 pagine di ricorso sono già sul tavolo dei nostri uffici per valutarne i contenuti e riservarci ogni iniziativa necessaria. E poi ci sono anche buone notizie».
Quali?
«Mercoledì Sesto Immobiliare ha formalmente accettato tutte le disposizioni del ministero per la zona dove sorgeranno Istituto dei Tumori e Neurologico Besta. Aspettiamo l’ultimo via libera da Roma e poi siamo pronti per partire».
Le bonifiche sarebbero dovute cominciare mesi fa secondo il cronoprogramma.
«È un ritardo fisiologico. In Regione è cambiata la Giunta. Con Roberto Formigoni il progetto era seguito dall’Ufficio di Presidenza. Ora gli interlocutori sono cambiati, per questo abbiamo chiesto da settimane un incontro con il governatore Roberto Maroni».
Intanto al Pirellone sta emergendo qualche dubbio. Lo ha detto chiaramente Fabio Rizzi, presidente della commissione Sanità.
«Dovrebbe spiegare perché la politica si riempie la bocca con le parole ‘ricerca’ e ‘sanità’ e poi, quando abbiamo un progetto con stanziamenti e area pubblici, fa passi indietro. È sbagliato abbassare il dibattito sulla collocazione urbanistica. Di certo, a maggior ragione, faremo pressing su Maroni perché incontri il sindaco della quinta città della Lombardia».
Il protocollo d’intesa con la Regione quanto blinda il progetto?
«Ci sono stati vari atti firmati tra enti pubblici. Non è così facile tornare indietro e il Pirellone dovrebbe spiegarne i motivi. Senza contare che non si può giocare con i destini di una città che aspetta da decenni di vedere trasformate le sue aree dismesse».
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