Sesto San Giovanni, 21 agosto 2013 - L’ispettore Antonio Crisafulli non fu azzardato nel compiere il soccorso in autostrada che il 12 agosto del 2012 gli costò la vita. Fu attento e scrupoloso nel seguire le procedure, ma una fatalità (e forse l’errore di un automobilista) ne provocò la morte. A un anno dalla sua scomparsa, a stabilire in modo «scientifico» la correttezza dell’ispettore di polizia del commissariato di Sesto è ora anche il risultato delle perizie condotte nell’ambito delle indagini portate avanti dalla procura di Urbino.
Antonio Crisafulli, 50 anni, quella mattina stava percorrendo l’autostrada Adriatica, nel tratto di Fano, per raggiungere il luogo di vacanza insieme alla famiglia. Quando si è reso conto che sull’altra carreggiata un’auto si era ribaltata e rischiava di prendere fuoco, ha messo in sicurezza i familiari su una piazzola e ha tentato di attraversare l’autostrada per dare soccorso a chi aveva bisogno. Quel gesto gli è costato la vita. Nonostante Crisafulli avesse rispettato tutte le norme di sicurezza previste per questo tipo di soccorsi, come oggi hanno confermato le perizie. «Non è vero, come si era sostenuto in un primo momento, che l’ispettore Crisafulli ha attraversato l’autostrada con imperizia», ha spiegato l’avvocato della famiglia, Lorenzo Piazzese. «Si è dimostrato che Crisafulli aveva fatto fermare le auto sulla carreggiata segnalando il pericolo, prima di attraversare. La sua morte è stata provocata dall’arrivo inaspettato di una vettura che si è abbattuta sulle vetture ferme, provocando l’investimento».
L’indagine potrebbe essere chiusa entro settembre. Al momento vede tre indagati, tutti automobilisti coinvolti nello scontro. Tuttavia appare probabile che possa essere richiesto il processo solamente per il guidatore della vettura piombata sulle auto già ferme. È trascorso un anno da quella terribile mattina d’agosto che doveva essere il primo giorno di ferire per l’ispettore e che invece si è trasformato in una tragedia. Crisafulli non è stato dimenticato dai suoi colleghi che a inizio estate avevano giocato un torneo di calcio in suo onore. E persino le istituzioni, se pure più lentamente stanno facendo la loro parte. A lui, non appena ci saranno le autorizzazioni, sarà dedicato il giardino pubblico di piazza Del Lavoro, dove sarà installata anche una targa commemorativa in ricordo del suo gesto.
di Rosario Palazzolo
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