Paderno Dugnano, 29 ottobre 2013 - Venti gomme tagliate, quattro furgoni fuori uso, oltre a un parabrezza sfondato e a due finestrini distrutti. Brutta la sorpresa che i «Sommozzatori della terra», cooperativa sociale padernese, hanno trovato ieri, alle 7 in punto, quando sono entrati nel magazzino che condividono in via Toti con il Comune.

Le ruote non erano semplicemente bucate, ma squarciate, e il segnale sembrava chiaro: non permettere agl operai di raggiungere i luoghi di lavoro (obiettivo peraltro non raggiunto). «Quando sono arrivato - spiega Maurizio Maltrotto, responsabile della prima squadra - non me ne sono subito accorto, poi ho notato pian piano che tutti i mezzi erano inutilizzabili ed ho subito dato l’allarme».

«Sembra un vero e proprio attacco alla nostra cooperativa, dato che nulla è stato portato via -spiega il presidente Massimo Dorini - e devo dire che il sentore è davvero negativo». I «sommozzatori» si occupano di manutenzione del verde pubblico, sono una cooperativa sociale attiva da 30 anni che inserisce nel mondo del lavoro persone svantaggiate segnalate dai Comuni.

Qualcuno si è introdotto domenica notte scavalcando il cancello del magazzino e ha colpito solo i furgoni della coop. Poco distante, infatti, era parcheggiato un altro furgone di una società edile. «Mi sembra evidente che volessero dare un messaggio a noi - continua Dorini-. Toccando la nostra cooperativa si fa un danno al territorio. Settimana scorsa qualcuno si è introdotto anche nella sede di Limbiate e ci ha spaccato i vetri di un grosso furgone, pensavo però fosse un atto vandalico, mentre quanto è accaduto oggi mi fa pensare ad altro».

Il raid, denunciato ai carabinieri che ora indagano sul caso, potrebbe essere stato commesso da chi vede con ostilità gli appalti assegnati alla coop dai Comuni della zona. Il presidente esclude invece ritorsioni da parte di ex lavoratori. All’interno della cooperativa annualmente sono impiegate circa 120 persone, tra cui carcerati e tossicodopendenti. «Non voglio pensare che si tratti della malavita organizzata», conclude Dorini.