Sesto San Giovanni (Milano), 3 novembre 2013 -«Che nel caso di specie vi siano stati provvedimenti di pubblici amministratori contrari agli interessi di Caronte e non sempre cristallini sembra confermato quanto meno dalle notizie fornite dai testi Vergallo e Modugno e nei documenti richiamati a processo». Lo scrive il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Monza Alfredo De Lillo, che archivia definitivamente le querele per diffamazione contro Piero Di Caterina, patron di Caronte e gola profonda dell’inchiesta sul Sistema Sesto, proposte da Atm, Giorgio Oldrini (ex sindaco di Sesto San Giovanni), Daniela Gasparini (ex sindaco di Cinisello Balsamo oggi parlamentare Pd), Marco Bertoli (ex direttore generale del Comune sestese), Mario Spoto (ex segretario e direttore generale del municipio di Cinisello, poi di Sesto e ora di Monza).

Correva l’anno 2010 quando Di Caterina rilasciò la frase contestata: «Come si può vedere, in questa vicenda iniziano a esserci molte facce di...». La vicenda è l’annosa battaglia tra Caronte e Atm per la linea 712 e il trasporto pubblico locale. A pioggia arrivarono le querele per diffamazione. Tra i testimoni chiamati per ricostruire la storia anche Bruno Vergallo e il suo collaboratore Nicola Modugno, ancora oggi impegnati nella liquidazione del Consorzio Trasporti Pubblici di Sesto.

Già a dicembre 2012 il pm formulò richiesta di archiviazione degli atti dei processi riuniti, ritenendo che Di Caterina «avesse esercitato, sia pure con linguaggio impetuoso e colorito, il diritto di critica su una vicenda molto complessa, che ha determinato controversie amministrative e civili con alta conflittualità, ritenendosi dalla parte della ragione, anche alla luce delle osservazioni del presidente del Ctp, che aveva riscontrato incongruenze nelle convenzioni intercorse tra la ditta dell’indagato e Atm, e dalla sentenza del tribunale civile di Monza che aveva negato al segretario comunale di Cinisello il risarcimento da lui richiesto in relazione alla vicenda».

Tuttavia, Gasparini e Atm propongono opposizione alla richiesta di archiviazione. è andata male pure stavolta: il gip ha respinto le opposizioni, accogliendo la richiesta del pm. «La complessità della vicenda - si legge nella motivazione del gip - lascia fondatamente intendere che l’odierno indagato fosse convinto, nel fare le affermazioni di cui si dolgono i querelanti, di agire legittimamente a fatti ingiusti e di essere quindi scriminato». Questo «data l’opinione di Di Caterina circa la sussistenza di illeciti penali contro la pubblica amministrazione e contro la sua ditta». Si è esercitato il diritto di critica «su un fatto storico di pubblico interesse, come certamente era la vicenda qui ricordata». Si ricorda, infine, che per la Cassazione «è legittima la critica anche aspra avverso “irregolarità o addirittura comportamenti penalmente rilevanti”, avendo in particolare il giudice civile negato la sussistenza nelle espressioni di Di Caterina di elementi ritenuti illeciti».

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