Paderno Dugnano, 20 novembre 2013 - «Stavo parlando al telefono con lei, poi è caduta la linea. Ho avuto subito il presentimento che fosse successo qualcosa di grave». A parlare è la migliore amica di Selene Bognandi, l’ultima ad avere sentito la diciottenne di Calderara travolta lunedì sera da un convoglio nello scalo ferroviario di Palazzolo Milanese.

Clizia e Selene erano inseparabili, condividevano ogni aspetto delle loro giornate: la scuola alberghiera, il divertimento e i sogni adolescenziali. Sono ore terribili queste, quelle in cui lo choc diventa comprensione e, lentamente, consapevolezza di quanto accaduto. Poco dopo l’incidente Clizia è corsa in stazione ed è rimasta tutta la sera lì, in lacrime, al fianco della mamma di Selene.

Recentemente le due ragazze avevano trascorso molto tempo insieme, più del consueto: prima dando una mano ai gestori del bar l’Ombra della Sera di Senago, poi nel negozio palazzolese di antiquariato Epoche di via Monte Sabotino, di proprietà di Tina, madre di Clizia. La commerciante scoppia in lacrime, ricordando quella ragazza dai capelli rossi divenuta ormai una seconda figlia: «Sabato abbiamo inaugurato il negozio e le ragazze si erano presentate con vestiti eleganti per accogliere i clienti. Selene era sempre qui con noi, era una di noi. Piena di vita, molto educata e con tanti sogni nel cassetto. Non ci sono parole — aggiunge —. È brutto da dire, ma abbiamo sperato che non fosse lei ad aver fatto una fine così tremenda. Oltretutto non è ancora del tutto chiara la dinamica dell’accaduto. Non sappiamo ancora se fosse al telefono o se si sia distratta. È una tragedia immane, siamo tutti distrutti. Immagino cosa possa provare la madre e tutta la sua famiglia».

Calderara è sotto choc. Tutti conoscevano Selene. La mamma lavorava al Carrefour di Paderno. I genitori erano separati ma entrambi erano rimasti a vivere nel rione come il fratello, poco più grande di lei. «Selene era sempre sorridente, quando ci incrociava faceva di tutto per catturare la nostra attenzione e salutarci — racconta un vicino di casa —. Ieri abbiamo incontrato i genitori sul pianerottolo, avevano appena ricevuto una telefonata e stavano correndo via, preoccupati, ma non sapevano ancora nulla. Non riusciamo a crederci».

«È stata una fatalità, senza colpe — aggiunge il sindaco di Paderno, Marco Alparone —. Siamo vicini alla famiglia e preghiamo per questa ragazza». Con quel sorriso stampato sempre sul viso non faceva fatica a farsi voler bene. Selene. Era riuscita a creare una comitiva anche all’autoscuola Anna di via Buozzi. «Era una ragazza gentile, carina e solare. A differenza di altri si era inserita molto bene nel gruppo serale — spiega l’istruttrice Michela Pagani —. Tutta la scuola è rimasta colpita ed è vicina alla sua famiglia».

I ricordi scorrono anche su Internet. È la stessa Clizia a lasciare il messaggio più intenso: «So che non leggerai mai questo messaggio, ma sono sicura che sei con me mentre scrivo. La vita è ingiusta, ma io e te abbiamo sembre ritrovato la forza. Solo che adesso sono solo io e la forza non la trovo». Poi aggiunge: «Tu eri l’aria che respiravo, la forza che faceva battere il cuore, la sveglia che mi diceva di alzarmi perché ti dovevo venire a prendere in stazione. Non so come dire: te ne sei andata così, come un soffio di treno e non ti ho mai dimostrato abbastanza quanto fossi importante per me».