Paderno Dugnano, 21 maggio 2014 - Un pacco, confezionato con carta verde e nastro nero - i colori della battaglia per l’interramento della Rho-Monza – è arrivato alle porte di una palazzina di Assago. Missiva di accompagnamento al seguito, in chiare lettere il nome del destinatario – Marzio Agnoloni, presidente di Serravalle – ma anche del mittente, il Ccirm, ovvero comitato pro tunnel.

Non sono mancati momenti di tensione ieri mattina, nella sede della società milanese. «Non potendo conoscere il contenuto di quel pacco dalle dimensioni ragguardevoli, abbiamo informato la Digos, che sta seguendo tutta la vicenda – spiegano da Serravalle -. Sono dovuti intervenire gli artificieri, che si sono portati via pacco e lettera. Si sta esagerando, si gioca alla guerra. È un gesto che lascia amarezza, perché la nostra intenzione è quella di informare il territorio».

Il comitato non ci sta però a passare per guerrafondaio. «Ci scusiamo – spiega Luigi Lunardi, a nome del gruppo – non era nostra intenzione spaventare nessuno, abbiamo sempre protestato pacificamente. Nel pacco c’erano solo una lettera e i volantini che Serravalle aveva distribuito, li abbiamo raccolti durante l’ultima assemblea, abbiamo registrato tutto in un video. Per non spaventare nessuno ci siamo firmati e abbiamo spedito i volantini che volevamo rimandare al mittente».

Perché quei bigliettini, in cui Serravalle spiegava i dettagli del progetto - «la strada giusta» - non sono andati giù al comitato, che ha deciso di usarli simbolicamente come «carta straccia». «Caro avvocato Agnoloni, noi la sua spazzatura non la vogliamo, provveda lei, per cortesia, a smaltirla. Chi sporca, pulisce. Si tenga pronto perché ce n’è ancora parecchia in arrivo. Se preferisce che ne dirottiamo un po’ al Governatore della Lombardia, ci faccia sapere. I mezzi non le mancano», così recitava la lettera, accompagnata dalla sigla «Rho-Monza interrata, ora e sempre resistenza!», che però è stata letta non dal mittente ma dagli artificieri.

Serravalle, da parte sua, ricorda che «l’opera va avanti, i fondi ci sono ed è partita la fase preliminare di cantierizzazione. I ricorsi pendenti al Tar non stoppano i lavori». Ieri, a proposito di ricorsi, ennesima fumata nera. Il Tribunale amministrativo regionale non si è espresso sulla richiesta del comitato per l’interramento di bloccare l’opera. L’istanza non è stata né accolta né rigettata, tutto rimandato al 4 novembre. Non è stata discussa neppure l’ipotesi di sospendere i cantieri in attesa del pronunciamento, presentata sempre dal comitato, da una quarantina di cittadini di Paderno e Novate e da Legambiente, ai quali lunedì si era aggiunta Silvana Carcano, portavoce del Movimento 5 Stelle, con un atto «adiuvante».

«Il giudice ha voluto rinviare una decisione cautelare al momento in cui si avrà la certezza che i lavori stiano effettivamente iniziando e, quindi, all’effettiva apertura dei cantieri – scrivono in una nota i rappresentanti del comitato -. Il nostro compito, oggi più che mai, rimane pertanto ancora quello di vigilare il territorio affinché si abbia immediata notizia dell’eventuale inizio dei lavori e la contestuale cantierizzazione delle aree. Quando ciò si verificherà, saremo pronti a spronare il giudice, una volta ancora, per chiedere l’immediata sospensione delle opere».