Sesto San Giovanni (Milano), 18 aprile 2017 - Sembrava dormisse serenamente. Ma in realtà il suo cuoricino aveva già smesso di battere. Per la disperazione dei genitori che, appena si sono resi conto della tragedia che stava consumandosi sotto i loro occhi, hanno dato l’allarme. Ma non c’è stato niente da fare. È morta così in culla Noemi, una bambina di appena due mesi di vita, originaria di Sesto San Giovanni. I giovani genitori si trovavano con la piccola Noemi a Viareggio, dove erano arrivati il giorno di Pasqua ed erano alloggiati al camping La pineta in via dei Lecci. Una vacanza appena iniziata e finita drammaticamente in un’imprevedibile tragedia.
La morte in culla è l’incubo di tutti i genitori e può colpire – senza preavviso alcuno – i bambini entro il primo anno di vita, senza un apparente motivo. La tragedia si è consumata ieri mattina attorno alle 9. La sala operativa del 118 ha mandato sul posto l’automedica e un’ambulanza. Si è capito subito che la situazione era a dir poco disperata, ma ugualmente è stata tentata la corsa all’ospedale Versilia. Tutto inutile. La bambina è deceduta prima ancora di arrivare al Pronto Soccorso pediatrico che nel frattempo era stato allertato dell’emergenza in corso. Resta solo il dolore dei genitori che non potevano certo rendersi conto dei problemi avuti dalla figlia durante la notte.
La sindrome della morte in culla – dal punto di vista medico-scientifico definita Sids (sudden infant death syndrome) – si applica a tutti i casi in cui il decesso non corrisponde a una precisa patologia. Non è stata ancora definita con sicurezza una specifica causa medica in grado di spiegare questi decessi che colpiscono i bambini fra un mese e un anno di vita. Secondo alcuni scienziati americani la ragione di questa sindrome potrebbe risiedere in anomalie nella zona cerebrale che controlla i ritmi del sonno e della veglia.