Daniela Salerno
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Rho-Monza, Comitato respinto

Doccia fredda a Paderno: il Consiglio di Stato boccia il ricorso dei cittadini contro l’opera

Da anni il comitato si batte contro la Rho-Monza

Paderno Dugnano (Milano), 17 settembre 2015 - Il Consiglio di Stato respinge il ricorso dei cittadini anti Rho Monza. Doppio colpo durissimo per il «Comitato per l’Interramento della Rho-Monza»: dopo la porta in faccia del Tar, che aveva ritenuto non fondate le ragioni contro le opere di ammodernamento della Sp46, adesso la sentenza del Consiglio di Stato piove addosso come un’altra mazzata. Un’opera, la Rho-Monza, che da anni fa discutere a Paderno e ha visto cittadini scendere in piazza più e più volte contro il progetto studiato in vista di Expo 2015. Un progetto che allargando la Rho-Monza avrebbe espropriato alcuni cittadini e creato nuove corsie che attraversavano la città dividendola.

Da sempre il comitato chiede che l’opera venga interrata, ma i tempi e l’aspetto economico non hanno fatto accogliere questa opzione dai progettisti. Il comitato aveva intrapreso le vie legali nella speranza di poter bloccare i lavori del colosso partiti a tutti gli effetti la scorsa estate e non ancora conclusi. «Prendiamo atto della decisione del supremo tribunale amministrativo – spiegano i ricorrenti – che a una prima lettura ci pare ricalchi quella del Tar, la quale a nostro parere non aveva tenuto conto di alcuni rilievi fondamentali, specie quello relativo al fatto che gli enti responsabili del mostro a 14 corsie non avevano preso in considerazione la nostra proposta d’interramento». Non li convince però questa sentenza: «Noi rimaniamo persuasi delle ragioni che ci hanno spinto alle proposte ed alle proteste, sempre fatte civilmente, portate avanti negli anni scorsi».

Diverse migliaia di euro sono state investite per questo ricorso, frutto di raccolte fondi per la città e di iniziative. C’è amarezza per una decisione che proprio non si aspettava. Ora si attende la risposta al ricorso presentato dal Comune di Paderno Dugnano e dalla ditta Sforzin. Dal comitato resta però alta l’attenzione sull’esecuzione dei lavori in corso: «Non vengono meno i motivi per controllare l’operato di Serravalle e delle ditte appaltatrici. Di fronte alla pubblica opinione e ai rappresentanti delle istituzioni, quelli che ci hanno aiutato, pochi, e quelli che non hanno mosso un dito, possiamo dire di aver fatto tutto quello che potevamo e dovevamo».