Sondrio, 9 giugno 2012 - Recuperare le canoniche e gli appartamenti comunali non più utilizzati e adibirli ad housing sociale per far fronte ad una situazione di crisi che stringe in una morsa sempre più serrata le famiglie valtellinesi e valchiavennasche. È l'appello della Caritas di Sondrio nonchè un progetto del Comune del capoluogo con la collaborazione dell'Ufficio di piano territoriale.
"Vogliamo impiegare tutti quegli edifici che, abbandonati da tempo, potrebbero essere ancora sfruttati in modo proficuo - spiega Luca Verri, responsabile dell'ufficio di piano -. Per questo abbiamo avviato una prima sommaria ricognizione sul Sondriese che ci ha portato all'individuazione di circa una decina di locazioni potenzialmente utili". Ma è ancora presto per fare una programmazione puntuale. "Il primo step - prosegue Verri - sarà di capire se dobbiamo muoverci da soli, come ufficio di piano sondriese, o se anche gli altri dislocati sul territorio, vorranno aderire e conseguentemente collaborare a stendere un planning unitario".
Come secondo passo si tratterà di capire quante e quali strutture potranno essere impiegate allo scopo e in che condizioni queste si trovano, informazioni indispensabili per dar vita al progetto e cercare i finanziamenti. "Proprio relativo all'Housing temporaneo, c'è il bando di Fondazione Cariplo che auspichiamo di poter sfruttare, arrivando alla concretizzazione dell'idea prima di settembre". Ormai in molte case parrocchiali della provincia non abitano più i preti e gli edifici, nella maggior parte dei casi ancora in buono stato, potrebbero veramente essere sfruttati per venire incontro alle esigenze di quelle famiglie che, purtroppo, sempre più spesso, faticano ad arrivare a fine mese.
"L'aumento di morosità - spiega don Augusto Bormolini, direttore della Caritas provinciale - è un dato di fatto. Un numero sempre più elevato di famiglie e neonati nuclei, non solo di immigrati, convivono quotidianamente con le difficoltà di trovare l'abitazione o di pagare affitti e bollette". Una constatazione che diviene spunto per l'appello lanciato, in primis, alle parrocchie. "Si facciano avanti - conclude Bormolini - anche perchè esistono contributi sfruttabili per sistemare e ristrutturare le strutture che, una volta data la disponibilità di reimpiego dalla curia, potranno trasformarsi in forme concrete d'aiuto per i soggetti più deboli". Il Comune si fa promotore dell'idea, ma delegherà successivamente alle associazioni specifiche la gestione del tutto.
di Camilla Martina
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