Sondrio, 23 febbraio 2013 - La casa dello Studente universitario della Provincia, situata a Milano, è entrata tra gli immobili che possono essere alienati dall’ente per far cassa. «Non è detto, comunque, che venga alienata - si è affrettato a precisare ieri l’assessore al Bilancio di Palazzo Muzio Costantino Tornadù durante la riunione del consiglio - è solo entrata in questo elenco che comprende i beni che non riguardano direttamente i compiti istituzionali dell’Amministrazione provinciale». L’edificio, situato in via Tartini 31, si estende su 1.700 metri quadrati di superficie e comprende 27 spazi tra mono, bi e trilocali, per ospitare una sessantina di universitari valtellinesi.

La notizia è piombata come un fulmine a ciel sereno sui consiglieri provinciali, alcuni dei quali hanno fatto parte della precedente tornata amministrativa quando l’allora presidente Fiorello Provera aveva insistito perché gli studenti universitari valtellinesi e valchiavennaschi potessero disporre di una «casa tutta loro a Milano» premiando così i più meritevoli senza che fossero costretti a cercare alloggio nella giungla del mercato immobiliare della metropoli. Insomma una decisione, secondo gli allora proponenti, molto sentita da parte dei ragazzi, tant’è che, per quell’acquisto, era stata venduta la Colonia Marina di Borghetto Santo Spirito, anch’essa di proprietà della Provincia, ad un prezzo a base d’asta di 6 milioni e 200 mila euro.

Adesso, a pochi anni di distanza, cinque per la precisione, ci si accorge che quella scelta non era evidentemente attinente ai compiti istituzionali della Provincia, in netto dissenso con l’operato della giunta precedente, guidata da Provera, di cui l’attuale presidente Sertori era l’assessore ai lavori pubblici che seguì l’iter del passaggio di proprietà e dell’acquisto dello stabile di via Tartini. La questione ha sollevato dei distinguo da parte della minoranza di centrosinistra: i consiglieri Michele Iannotti e Martina Simonini, in particolare, hanno chiesto chiarimenti sul fatto che, una eventuale alienazione, possa essere decisa dalla giunta o debba passare al vaglio del consiglio. Dopo un momento di «impasse» tra i funzionari e l’ufficio di segreteria, a norma di regolamento, si è appurato che comunque ogni decisione dovrà ritornare in consiglio.

L’assemblea di Palazzo Muzio si è anche occupata della polemica riguardante i 200 mila euro che il Bim ha destinato ad alcune promozioni pubblicitarie televisive su Mediaset dell’immagine della Valtellina e Valchiavenna. Infatti la questione è rimbalzata dalla carta stampata in una richiesta urgente di chiarimenti presentata da Irene Bertoletti, capogruppo del PD, sull’operato del presidente della Provincia e dell’assessore Filippo Compagnoni. Entrambi hanno precisato di essere stati contattati dalla presidente del Bim, Carla Cioccarelli per l’autorizzazione ad utilizzare il Marchio e dei filmati. «Durante un breve colloquio con la presidente - ha spiegato Sertori - le ho detto che per il marchio avrebbe dovuto sentire anche la Camera di Commercio. Per il resto, ognuno opera le proprie scelte autonomamente. Se fossi stato io il presidente del Bim non avrei utilizzato quei fondi per scopi pubblicitari».