Lanzada, 14 gennaio 2020 - Tra elementari e medie, in Valmalenco si contano 350 alunni. "Col tempo sono calati drasticamente. Una quarantina in meno rispetto ad alcuni anni fa, quando abbiamo lanciato il concorso di idee per la demolizione e ricostruzione della scuola di Lanzada. Allora l’elementare doveva accorparsi con quella di Chiesa, a Lanzada invece si sarebbero trasferite le medie", spiega il sindaco dell’abitato, Cristian Nana. A causa del ridotto numero di bambini, "in base alle previsioni dell’Ufficio scolastico territoriale con il quale di recente abbiamo avuto un incontro, nei prossimi anni l’unico Comune che potrebbe fare a meno delle pluriclassi è Chiesa, gli altri non raggiungerebbero i 10 alunni per classe. Già ora siamo costretti a ricorrere a questo strumento: non un bene per la didattica. Peraltro dall’incontro con il dirigente Ust Fabio Molinari è emerso che o agiamo o comunque alcuni plessi chiuderanno", aggiunge Nana. "Dobbiamo anticipare i tempi", prosegue. Come iniziativa a breve termine, in vista del prossimo anno scolastico, "uniremo le prime elementari di Chiesa, che a settembre avrà 26 primini, e Lanzada, che ne avrà solo 9, previo incontro con i genitori e la dirigente per valutare la logistica e capire come agire al meglio. Poi, tra due anni, saremo pronti a creare un polo unico che accorpi tutte le scuole del comprensorio".
Al momento Lanzada e Caspoggio ospitano materna ed elementari, Torre Santa Maria ha materna, elementari e nido, Chiesa due materne, un’elementare e l’unica scuola media della Valmalenco. Dopo la valutazione attenta dello stato dei vari edifici, i sindaci decideranno "se adibirne uno a plesso unico o se creare un edificio ex novo, magari in una zona strategica", aggiunge Nana.
Se si propendesse per questa seconda ipotesi, che fine farebbero i plessi abbandonati? "Potremmo trasformarli, ad esempio, in una casa albergo per pensionati – aggiunge Nana –. A volte è meglio edificare ex novo piuttosto che riadattare strutture vecchie che, comunque, non sono al passo coi tempi. Sappiamo tutti che la didattica e le esigenze dei bambini/ragazzi sono cambiate. L’importante è agire sulla base di attente valutazioni, per non sprecare soldi pubblici". Quel che di sicuro serve alla Valmalenco è una scuola con classi da 12/13 alunni, che garantisca spazi adeguati, consenta il rientro pomeridiano per ora impossibile e preveda una mensa (a oggi ce l’hanno solo gli asili). Per Chiesa, l’ipotesi migliore è "sfruttare l’esistente, senza nuove edificazioni. Non dovesse bastare si faranno le dovute valutazioni", spiega la sindaca, Renata Petrella.
A Vassalini è impossibile edificare una scuola: "C’è il vincolo idrogeologico e poi è una zona ricreativa. Prerequisito, e su questo ci siamo, è che tutti i sindaci siano convinti della necessità di fare qualcosa, di unificare: vedremo in seguito il come, dove e quando. Anche perché, se non giochiamo d’anticipo, queste decisioni ci verranno calate dall’alto, perché così non si può continuare, nemmeno a Chiesa", aggiunge. Pur non nell’immediato, "saremo investiti anche noi dal calo demografico", conclude Petrella.