Caterina e il suo mondo: 70 passi in un mito pop

Gino Paoli, Ornella Vanoni, Mogol, il tributo di tutti

Caterina Caselli

Milano, 14 aprile 2016 - Festa e testimonianza di un mondo domenica sera al Teatro Parenti per i 70 anni di Caterina Caselli. A sopresa, complice il figlio Filippo Sugar e il suo staff, gli amici, gli artisti, che tutti hanno mantenuto il segreto. Gino Paoli, Mogol, Ornella Vanoni, Dori Ghezzi, Mario Lavezzi, Giuliano Sangiorgi, la società civile, politica e culturale della città, la discografia e la musica certo, nel party. Poi tutti i suoi artisti sul palco per un tributo che è stato filmato e speriamo di rivedere presto. Una versione collettiva di “Nessuno mi può giudicare”, arrangiata da Sangiorgi, che è finita in un disco numerato, da collezione. Presenta Diego Passoni, aprono i giovani autori, perché Caterina Sugar è prima di tutto un editore. Yakamoto Kotzuga (Giacomo Mazzucato), poi gli M+A, il duo che si è esibito sul palco di Glastonbury.

Con Riccardo Sinigallia si entra nel roster adulto di Sugar, nei rapporti personali e professionali di Caterina, e “A cuor leggero”. Internazionale è il progetto Joycut, che hanno campionato la voce in radio di Caterina per “Wireless”, Pacifico e Cristina Marocco sono venuti da Parigi per lei con “Cento giorni”. La cover di Neil Diamond, “Sono bugiarda” è per altri giovani della scuderia, Mery Fiore, Victor Kwality, Marianne Mirage e Michael Leonardi. Li citiamo tutti perché sono il suo lavoro, il suo investimento nel futuro. Giovanni Caccamo ci trasporta invece nel luogo della grande musica con la sua versione di “Com’è buia la città”, come del resto Raphael Gualazzi e il suo standard per lei, “You don’t know what love is”. Due pianisti e cantautori. 

Musicisti come Malika Ayane che ha scelto “l’Umanità”. È un’ascensione. Elisa, voce e chitarra, spariglia all’ultimo momento con “Broken” al posto di “Luce” (rotto come il prossimo contratto, firmato con Universal). Tutti raccontano aneddoti e perle di saggezza, tutti ringraziano col cuore. Giuliano e i Negramaro, buona la prima di una stravolta, elettrica e diagonale “Insieme a te non ci sto più” di Paolo Conte. “Ci volevano anche altri, abbamo scelto te”, è la dedica. Sale Caterina, arriva Andrea Bocelli con i fiori, è il racconto di un percorso trionfale e di un incontro non casuale, partendo dall’inizio: “Con te partirò”. Li raggiunge Filippo, arrivano tutti per un’adrenalinica “Nessuno mi può giudicare”. Caterina si muove e balla come ai tempi del Piper, è stupefatta, commossa e felice. Stavamo vivendo un piccolo momento di storia.