Così ridiamo vita ai seminterrati

Regione Lombardia ha pensato per poter minimizzare il consumo di suolo puntando invece alla riqualificazione dei vani e dei locali seminterrati esistenti

Milano, 25 giugno 2017 - Buongiorno presidente, ho avuto modo di leggere la L.R. 10/03/2017 n. 7 “Recupero dei vani e locali seminterrati esistenti”, legge promulgata al fine di ridurre il consumo del suolo. La legge di cui sopra rappresenta certo un’iniziativa lodevole per raggiungere lo scopo, però mi chiedo: non ci si è per caso dimenticati del recupero dei vani e dei locali a piano terreno, che dovrebbero avere la precedenza rispetto a quelli posti a piano seminterrato? Raffaele Moroni

Gentile Raffaele, la ringrazio per aver posto l’attenzione su una legge che Regione Lombardia ha pensato per poter minimizzare il consumo di suolo, cioè la costruzione di nuove abitazioni su terreni liberi puntando invece alla riqualificazione dei vani e dei locali seminterrati esistenti. L’osservazione da lei fatta è in effetti corretta. Perché, quindi, concentrarci sui seminterrati? Come certamente saprà, le normative riguardanti l’abitabilità di un edificio prevedono un’altezza minima di 2,7 metri. Una misura che normalmente è ampiamente rispettata per i piani “fuori terra” degli edifici. Intervenendo sull’abitabilità dei seminterrati, per cui abbiamo fissato un’altezza di 2,4 metri, rendiamo possibile l’utilizzo di questi spazi soprattutto ad artigiani e commercianti che per farlo dovranno comunque rispettare una serie di regole precise riguardanti le condizioni igienico-sanitarie, la sicurezza e il risparmio energetico. Ci mettiamo così al passo di tante realtà europee che da anni considerano i seminterrati non come dei tuguri ma piuttosto come spazi utili ed abitabili. Lo spunto fornito potrà comunque essere utile per continuare a lavorare e favorire la riqualificazione degli edifici esistenti. Inviate le vostre domande a: diteloamaroni@ilgiorno.it