Colturano (Milano), 9 marzo 2016 - Nove sindaci hanno scritto al Prefetto per dire basta all’invio di altri profughi, il Sud est milanese non è pronto ad accogliere nuovi stranieri. È un coro unanime quello che arriva dai Comuni del distretto socio sanitario della zona – che comprende i comuni di Melegnano, San Donato, Carpiano, Cerro al Lambro, Colturano, Dresano, San Zenone, Vizzolo e San Giuliano – dove si trovano centri di accoglienza che, in totale, contano oltre 240 migranti. Nell’hinterland milanese dovrebbero presto arrivare oltre 4.500 immigrati in attesa di asilo politico, ora nel mirino della Prefettura c’è un albergo fantasma di Colturano, mai aperto per problemi di sicurezza e ora messo in vendita all’asta.
«Non ho pregiudizi sull’accoglienza di rifugiati, ma il nostro Comune è molto piccolo e l’arrivo di 50 persone non potrebbe essere supportato da nessun percorso di accoglienza, creando soltanto criticità», spiega il sindaco di Colturano, Marilena Dosi. «Non è stato aperto alcun iter per l’arrivo dei profughi, ho parlato col prefetto per chiarire la situazione – continua Marilena Dosi -. Quell’albergo non è una struttura idonea all’accoglienza: non ha mai avuto l’agibilità da parte dei Vigili del fuoco perché non sono state rispettate le norme antincendio, per questo non è mai stato aperto, ho invitato la prefettura a verificare. In una situazione del genere non si possono fare alloggiare delle persone, se dovesse succedere qualche incidente sarà la prefettura ad assumersi la responsabilità».
La lettera dei sindaci è stata inviata al prefetto Marangoni a fine febbraio, ma per ora nessuna risposta. «Il nostro distretto ha già dato in termini di accoglienza – ricorda il sindaco di Carpiano -, nei comuni della zona vivono 240 rifugiati: in alcuni casi la situazione è sotto controllo, mentre in altri ci sono problemi di integrazione nel tessuto cittadino. E’ una questione delicata quella dell’accoglienza, non si possono fare strumentalizzazioni politiche, oppure creare facili allarmismi che spaventano la gente e creano dei pregiudizi. Bisogna affrontare il problema tutti insieme. E’ per questo motivo che ho scritto, insieme agli altri sindaci del Distretto, una lettera al prefetto alla quale non abbiamo ancora ricevuto nessuna risposta».