Trezzano Sul Naviglio, 5 ottobre 2010 - "Quando arriveranno i nuovi treni?". È questo l’interrogativo che si pone Giuseppe Russomanno, vicesindaco del comune di Trezzano che, in occasione del patto per il trasporto pubblico, vuole porre l’attenzione su uno dei "temi caldi" della cintura metropolitana: la mobilità. In particolare, al centro degli interrogativi dell’amministrazione trezzanese ci sono i tempi di attesa prima che l’importante opera che ha interessato la tratta Milano–Mortara entri in azione a pieno regime, alleggerendo il traffico su strada che sta congestionando l’hinterland. "La situazione è vergognosa — spiega Russomanno — per sostenere il raddoppio dell’asse abbiamo discusso con cittadini, comitati e associazioni, consapevoli dell’importanza di potenziare la comunicazione e la mobilità su ferro. Eppure, oggi, nonostante gli espropri siano stati effettuati e gli interventi di raddoppio ultimati, la situazione è quella di prima: treni obsoleti e nessun miglioramento. Ma, soprattutto, nessuna certezza per il prossimo futuro". Infatti, l’obiettivo alla base della costruzione della S9, la linea che collega Seregno alla stazione milanese di San Cristoforo passando per Gaggiano, Trezzano sul Naviglio, Cesano Boscone e Corsico era quello di creare un nuovo modo di viaggiare: un sistema cadenzato, facilmente comprensibile, memorizzabile e affidabile.

Anche più veloce, garantendo collegamenti ogni 30 minuti tutti i giorni dell’anno. "La Regione Lombardia sostiene che non ci sono fondi per l’acquisto dei treni e il servizio è fermo al palo — prosegue Russomanno — eppure basterebbe una riorganizzazione delle risorse per acquistarli, facendo decollare un servizio importante per la cittadinanza e per l’ambiente". Nonostante la Regione Lombardia dichiari di non avere i fondi, secondo gli studi sulla mobilità effettuati dai tecnici trezzanesi basterebbe orientare le spese sui treni diminuendo quelle verso i mezzi pubblici su gomma. L’esempio riportato è quello della linea 327 che collega Trezzano a Bisceglie e che nelle ore di punta conta il passaggio di un pullman ogni 4 minuti. Secondo i calcoli dello studio, con la somma impiegata per assicurare due autobus e mezzo si sosterrebbe un viaggio in treno. Con una differenza: il bus trasporta duecento persone al massimo, il treno ottocento. Non solo, anche i tempi di percorrenza sarebbero molto più veloci: un mezzo su strada viaggia ad una velocità commerciale che varia dai 20 ai 40 chilometri orari, il treno invece raggiunge i 60 chilometri orari, impiegando un terzo del tempo. "Se i treni non verranno acquistati, non solo quest’opera sarà inutile — conclude l’assessore ai trasporti — ma anche tutti gli sforzi che le amministrazioni stanno facendo per incentivare l’abbandono della propria auto e l’utilizzo dei mezzi pubblici".