San Donato Milanese, 10 febbraio 2013 - «Ragazzi, cascate male: io sono milanista». Scherza, il sindaco Andrea Checchi, parlando dell’incontro coi dirigenti del Club nerazzurro. In realtà sa che l’occasione è ghiotta: la costruzione di uno stadio dell’Inter a San Donato è un’ipotesi che apre prospettive interessanti sul fronte degli oneri di urbanizzazione, dei servizi e dell’immagine. Un piatto ricco. E piuttosto concreto ora che il gruppo Moratti ha rilanciato l’interesse per la città dell’Eni come possibile sede di un nuovo Meazza.

«Al momento non abbiamo in mano nessun progetto — frena Checchi —. Ci sono stati alcuni incontri con la società, che ha manifestato le sue intenzioni. Faremo le dovute valutazioni, se e quando la proposta verrà messa nero su bianco».

L’impianto sorgerebbe nell’area di Cascina San Francesco, un sito dismesso al confine con Milano, poco lontano dall’abbazia di Chiaravalle. Una location strategica anche per la vicinanza di tangenziali e autostrade. È qui che, accanto a uno stadio da 60mila posti, sorgerebbe un complesso di servizi e strutture ricettive che è già stato ribattezzato Interello. L’obiettivo è inaugurare il tutto entro il 2017. «Si tratterà di capire se il progetto è fattibile in termini di accessibilità e compatibilità col Pgt — dice ancora il sindaco —. Esamineremo con attenzione la qualità, anche architettonica, dell’intervento. Di certo la decisione del Comune non verrà presa nelle segrete stanze, ma in accordo coi cittadini».

Il possibile arrivo dell’Inter è stato accolto con un certo entusiasmo. La conferma viene da Giacinto Calculli, consigliere comunale del gruppo misto ed ex dirigente dello Sporting San Donato: «Si tratterebbe di un arricchimento per la città, sotto ogni aspetto. E poi diciamolo: tra raccordi stradali e presenza del metrò, San Donato è anche meglio di San Siro. La costruzione di uno stadio è un progetto complesso, ma al tempo stesso completo, capace di assorbire i volumi di traffico in arrivo».

Sulla stessa lunghezza d’onda il mondo sportivo, anche quello che un tempo militava in maglia rossonera: «Lo stadio dell’Inter sarebbe un volano per l’economia locale — commenta Daniele Guerzoni, ex calciatore professionista originario di San Donato e cresciuto nel vivaio del Milan —. Un’occasione anche per le realtà sportive del territorio». Più cauti gli esponenti della società civile, che temono l’impatto della struttura sulla città: «Traffico e problemi di parcheggio: sarebbe meglio che lo stadio si facesse altrove — dice Carlo Rossi, fondatore del comitato spontaneo Ktm —. Chi si è trasferito a San Donato in cerca di verde e tranquillità non è certo entusiasta all’idea di trovarsi con un maxi impianto sportivo sotto casa. Se il progetto verrà realizzato, sarà bene prevedere un sistema di navette a uso dei tifosi».
alessandra.zanardi@ilgiorno.net