San Donato, 22 febbraio 2013 -È scoppiata la protesta tra i lavoratori del gruppo assicurativo Unipol, decisi a fare muro contro i 2.240 esuberi annunciati dall’azienda. Un lavoratore su quattro rischia di perdere il posto di lavoro in una delle 12 sedi di direzione collocate sul territorio nazionale che contano un organico di 8.200. Tre ore di sciopero anche a San Donato e Bruzzano dove ieri mattina i lavoratori hanno organizzato picchetto e volantinaggio davanti agli uffici. Sono numeri che spaventano quelli ipotizzati dall’azienda, soprattutto tra i 1.100 dipendenti della sede sandonatese di via dell’Unione Europea, nel quartiere Affari, e i 1.300 di Bruzzano. A mettere in allarme i sindacati è stata la disdetta da parte dei vertici di Unipol di un accordo quadro che prevedeva tutele importanti per i dipendenti. «L’azienda ha fatto marcia indietro in modo unilaterale su un accordo a difesa dei lavoratori — spiega Gianfranco Rossi, della Fiba Cisl — con garanzie sul blocco dei trasferimenti, i prepensionamenti solo su base volontaria e la rinuncia all’applicazione della legge 223 sui licenziamenti individuali e collettivi. E infatti oggi siamo qui a parlare di esuberi».
Il dietrofront sull’accordo quadro è un segnale preoccupante, seguito a ruota dalla presentazione di un piano di tagli che spaventa tutti i dipendenti del gruppo. «La disdetta unilaterale dell’accordo quadro — ricorda Linda Secchi, della Fiba Cisl— crea un precedente pericoloso in tutto il settore assicurativo. L’azienda sostiene di voler trovare soluzioni condivise, ma poi si presenta con un documento che toglie ogni garanzia ai lavoratori».
Dopo la fusione con altri marchi importanti nel settore assicurativo, come Fondiaria Sai, Premafin e Milano Assicurazioni, Unipol dovrà cedere una parte importante del portafoglio clienti per non andare incontro alle sanzioni dell’antitrust per un volume di affari che si aggira intorno al miliardo e 700 milioni di euro. «La cessione del portafoglio verrà seguito da 1.100 lavoratori — dice Andrea Humel, segretario della Fisac Cgil — ma il numero totale degli esuberi in realtà diventerà più alto, arrivando alla soglia dei 2.240 tagli. L’azienda, infatti, ha ipotizzato una politica di trasferimenti tra le sedi di Milano, Torino, Bologna e Firenze, soluzioni che altro non sono che licenziamenti mascherati».
Ma non solo. «L’azienda vorrebbe utilizzare il fondo di categoria — continua Donatella Carione, Uil — per aprire una procedura di prepensionamento per chi è a cinque anni dalla fine del percorso lavorativo e per l’apertura della cassa integrazione a zero ore. Con questo calcolo sono altre 900 le persone che rischiano di uscire dall’azienda». Il 70% dei tagli paventati da Unipol ricadrebbero sulla testa delle donne, visto nel ramo assicurativo sono tantissime le lavoratrici. Un’altra doccia ghiacciata arriverà sull’indotto, poiché già si parla del taglio di mille agenzie assicurative.
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